La posta della Gatta Matta

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La Gatta è un’esperta di amori irrequieti, irrisolti, combattuti, non corrisposti, eccessivi, disfunzionali, anomali, sovraesposti, sfocati, accelerati, deviati, non lineari, stremati, attenuati, offuscati, folli, incendiari, pirati, illeciti e pure normalissimi.
Ottima ascoltatrice, garantisce un orecchio attento e comprensivo, l’assoluta mancanza di giudizi e l’accoglienza sempiterna nel suo cuore. Le sue risposte illuminano un futuro privo di moralismi.

Cara Gatta Matta,
Ora che vivo in campagna come un cretino non sono più depresso e quindi saluto volentieri gli amici che mi rimastono qua e là nelle città. Le amiche soprattutto. Di me, volendo, si può dire tutto il male che si vuole, però tante di quelle cose non sono vere. Capisco viceversa la delusione di qualcuno quando si è accorto che il fumettaro per cui tifava altri non era che il fesso di cui sopra. Ora, naturalmente, che sono fesso me lo posso dire io da solo, perché sono sempre in grado di stracciare il novanta per cento dei vostri. Però (di però ce ne possono essere i pacchi), non ho mai pensato al soldo, mentre disegnavo, casomai subito prima, o subito dopo, mai durante. Voglio dire che alla fine ho sempre fatto quel che ho voluto, senza badare acché ‘ste cose si potessero rivendere di su o di giù.
“… Dove io non ricevo alcun resto in vita spicciola dall’esistenza, ma segno solo ciò che spendo, e spendo, tutto quello che conosco” (Majak)
Ora che vivo in campagna i ragazzi di qui mi chiamano “vecchio Paz” e, faccio per dire, ho ventinove anni.
AP 1984 1985 1986

* * *

Gatta Matta risponde:
Una pianta in una bottiglia di latte non è sensibile? Se lui lo fa lo faccio anch’io. Una pianta cvemosa, cavo.

Cara Gatta Matta,
Continuo a scrivere lettere incompiute al mio amore.
Le dico che vorrei che nevicasse a grossi fiocchi bianchi e che io e lei camminassimo con la mano nella mano.
Le dico che è da tanto che desidero conoscerla e le chiedo, siccome penso che sia meravigliosa, se le dispiacerebbe se andassi a travarla a casa sua e ci sedessimo sui gradini d’ingresso per conoscerci.
Le chiedo se si ricorda di me, le rammento che andavamo in classe insieme e io ero il ragazzino insignificante seduto nel quarto banco e, mentre scrivo, so che non si ricorda di me.
CB

* * *

Gatta Matta risponde:
Ma cavo, sembvi non capive: ha detto che è un tappeto magio. Non ci cvedi? S. Tommaso.

Cara Gatta Matta,
Non ci sono mai andata a letto. Non abbiamo mai fatto l’amore. Quello che mi interessava era la sua testa. Entrarci dentro e restarci a vita. Hugo lo sentivo quasi tutti i giorni, ma non abbiamo fatto in tempo a diventare amanti. Ascoltare Hugo mi dava la stessa emozione che mi dava Borges. Sai che ha fatto sette conferenze a Buenos Aires e io sono andata a tutte e sette.
Lui Hugo era un incantatore. Se gli fossi stata più vicina, forse un giorno sarebbe successo, che diventavamo amanti. Mi manca la controprova, ma continuo a pensare che al suo fianco e acquattata nella sua grande testa avrei passato degli anni sereni e belli. Tu cosa ne pensi?
OV 2013

* * *

Gatta Matta risponde:
Huh. Huh. Poo…

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