Di patate e patate

Quasi | Strani anelli |

Ci sono immagini così potenti che non ti si scollano più di dosso. Le vedi una volta, per caso, e non ti mollano più.

A metà degli anni Ottanta del secolo scorso, si è aperta una competizione tra le riviste riservate a un pubblico maschile adulto. “Playmen” di Adelina Tattilo e Luciano Oppo, nata nel 1967, che fin dalle origini aveva fronteggiato, anche in tribunale, il colosso “Playboy”, dovette confrontarsi anche con “King”, “Excelsior”, “Max”… In mezzo a queste pubblicazioni, un editore, probabilmente Mondadori, progettò “Il Leone”, una testata che non raggiunse mai le edicole.

Ce ne rammarichiamo. Non solo perché le riviste che presentano corpi nudi ci piacciono molto, ma perché di quella rivista – di cui non sappiamo nulla – abbiamo visto, una volta sola, brevemente e senza sapere se sia mai stata riprodotta, una bozza di copertina, realizzata da Ferenc Pinter.

Non ce l’abbiamo sotto mano, non riusciamo a trovarne tracce in rete, non troviamo neanche menzioni di quel progetto di rivista. Ci tocca partire da quel singolo ricordo. Una questione spinosa: da tenere in mano il meno possibile. L’immagine di Ferenc Pinter, tracciata rapidamente a matita o a carboncino, era meravigliosa e non è possibile raccontarla. Vergognandoci, ma mostrando anche pochissimo pudore, ti mostriamo un’indegna riproduzione, fatta a lume di naso e memoria.

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Noterai, anche solo guardando lo scarabocchio, che l’idea è geniale. All’altezza di Ferenc Pinter. Un disegno preciso e polisemico, capace di significare cose diverse, senza che ci sia bisogno di cambiare punto di vista. La patata bollente invece è un modo di dire, con un significato preciso, che ha assunto una connotazione ammiccante, probabilmente per il titolo di un film così così di Steno. La patata bollente era una commedia divertente del 1979, interpretata da Renato Pozzetto e Massimo Ranieri, che cercava di problematizzare il tema dell’omosessualità e per la quale Totò Savio / Tamara ci ha regalato questa canzone.

The Trouble with Harry, ma in questo caso preferiamo il titolo con cui è stato distribuito in Italia La congiura degli innocenti, è un film diretto da Alfred Hitchcock nel 1955. Mette in scena un meraviglioso esempio di crimine perfetto – e collettivo – attuato da una comunità incapace di assumersi responsabilità. Una comunità in cui ciascun individuo, pur di non dover dichiarare la scoperta di un evento potenzialmente criminale, è disposto a scendere a compromessi con la propria coscienza e a commettere effrazioni, tutto sommato accettabili. Il senso di colpa, quel nodo di inquietudine che ci coglie solo perché sappiamo che qualcuno potrebbe sospettare di noi, è il motore della gestione della patata bollente. Bisogna toccarla poco, per pochi istanti, e lasciarla in mani altrui.

La patata bollente mette sempre in modo la scelta tra assunzione di responsabilità e identificazione di un perimetro oltre cui farla cadere. Le organizzazioni funzionano così. Tutte le organizzazioni: le aziende, i club sportivi, i circoli di bocce, le confessioni religiose… Lo spostamento della patata bollente nel territorio di un altro è il motore che le tiene in vita. E, allora, ci vengono in mente le meravigliose macchine di Rube Goldberg che scatenano l’effetto voluto nel modo più indiretto possibile.

Ma ci sono anche le conseguenze impreviste. Come ne La congiuntura, racconto del 1967 che Mack Reynolds, anni dopo, trasformò in un romanzo. Un ripensamento sull’acquisto di un frigorifero, dovuto per altro a cause piuttosto banali, produce una serie di eventi, tutti basati su errori di calcolo o – quantomeno – di definizione del campione da analizzare, che conduce alla crisi economica mondiale. Siccome, negli anni, di crisi ne abbiamo attraversate parecchie, chiediti quante volte hai restituito un prodotto che non ti soddisfaceva, avvalendoti delle clausole di recesso di Amazon.

Mack Reynolds era un socialista statunitense che pubblicava i suoi racconti su “Galaxy” e “If Magazine”. Nel vastissimo territorio delle narrazioni fantascientifiche, il tenue confine tra assunzione di responsabilità e identificazione di un responsabile altrove è ovunque. Anche nel centro dell’impero. Isaac Asimov ha spesso indagato il tema nel ciclo di racconti dedicati ai robot, al loro cervello positronico e alle tre leggi che costituiscono e sostituiscono il loro sentire morale. Cosa sono i paradossi indotti dalle tre leggi se non casi esemplari di gestione di una patata bollente. I robot sono macchine che fanno operazioni che gli umani preferiscono evitare. Per alcuni lavori è necessario un certo rilassamento etico: le leggi devono essere alleggerite. In quei casi, allora, può succedere che metà di una legge venga disinstallata. Questo consente alla macchine di portare a termine quegli incarichi, ma il loro cervello positronico, spugnoso e di platino-iridio, muove intelligenza e, in assenza di regole precise, consente decisioni complesse. Per esempio, senza una chiara indicazione che specifichi come gestire le eccezioni, i robot possono diventare assassini capaci di compiere omicidi indiretti.

Ed è impossibile pensare alle macchine di Goldberg senza che ci venga in mente Macchia Nera. Nella sequenza di strisce di Floyd Gottfredson intitolata Topolino e il mistero di Macchia Nera (Mickey Mouse Outwits The Phantom Blot), e pubblicata tra il 20 maggio e il 9 settembre del 1939, Topolino è vittima di un terribile criminale. Macchia Nera è, con ogni evidenza, un assassino senza scrupoli, ma detesta la volgarità delle carni che si aprono e del sangue che si sparge. Progetta, allora, macchine meravigliose da cui è impossibile scappare. Non così impossibile, visto che il topo continua ad apparire in edicola con periodicità serrata.

A close up of a piece of paper

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Questo strano anello si compone di:

  • Un disegno mai più rivisto di Ferenc Pinter, qui proposto in un’approssimazione di Walter Ferranini.
  • La patata bollente, 1979, regia di Steno.
  • Tango diverso, 1979, canzone scritta e interpretata da Totò Savio.
  • La congiura degli innocenti, 1955, regia di Alfred Hitchcock.
  • Le macchine di Rube Goldberg sono l’opera di uno straordinario genio di cui si possono trovare tantissime informazioni in rete (partendo, per esempio da QUI); se anche a te piace la carta stampata, cerca Rube Goldberg: Inventions!, libro curato da Maynard Frank Wolfe per Simon & Schuster.
  • Il racconto La congiuntura di Mack Reynolds è contenuto ne Il passo dell’ignoto, omnibus Mondadori del 1972, curato da Carlo Fruttero e Franco Lucentini. Il romanzo che Reynolds ne ha tratto, Effetto valanga, è in un “Urania” del 1976. Ce n’è anche un’edizione del 2011, pubblicata da Delos, ma ha una copertina così scontata che non riusciamo a citarla.
  • Isaac Asimov, Tutti i miei robot, negli Oscar Mondadori almeno dal 1995.
  • L’ultima edizione italiana di Topolino e il mistero di Macchia Nera di Floyd Gottfredson è in Mickey: Buon compleanno Topolino!, pubblicato da Giunti nel 2018.

Le ricette con la patata bollente hanno sempre un aspetto medicale, tranne quando la si lascia raffreddare e la si unisce al polpo in insalata o la si frantuma e poi la si frigge a piacere. Lo spirito di patata ci lascia perplessi. Abbiamo cercato alcolici ottenuti distillando il tubero e l’unico che ci ispirasse è stato l’islandese Brennivin, ma non siamo riusciti a procurarcelo. Ci interessa soprattutto il fatto che, per la gradazione alcolica, è noto tra i cultori come “la morte nera”.

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