Into the Wood’s: DMZ, Briggsland e l’America che non conosciamo

Stefano Tevini | Due calci al balloon |

Gli ultimi giorni dell’agosto del 1992, l’FBI ha cinto d’assedio la località di Ruby Ridge, nell’Idaho. Randy Weaver, con la moglie Vicky e la sua famiglia, si era barricato nella sua fattoria dopo essere stato accusato di aver venduto dei fucili accorciati artigianalmente e, soprattutto, illegalmente. Ma Randy non c’è stato. Non tanto perché si ritenesse innocente, ma perché non si riteneva sottoposto alla giurisdizione dello governo federale e, pertanto, non riconosceva l’autorità degli uomini venuti ad arrestarlo proprio in seguito al suo rifiuto di presentarsi in tribunale. Uomini, perché dietro al distintivo questo c’è, che sbagliano tanto, troppo, una gestione piena di errori che costerà inutilmente la vita a Vicky, vittima di un cecchino nonostante fosse disarmata, e a uno dei figli della coppia, Sammy.
Una catena di errori da manuale che porta al disastro, proprio come nel caso dell’assedio di Waco, in Texas, avvenuto l’anno successivo, che ha visto la quasi totalità della setta religiosa dei Davidiani bruciare vivi nel ranch sulla collina di Mount Carmel, in cui vivevano, praticavano e svolgevano le attività economiche con cui si sostentavano fra cui la produzione di kit, anch’essi illegali, per trasformare le armi semiautomatiche in automatiche. L’ATF – Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms – prima e l’FBI poi sbagliano tutto quello che c’è da sbagliare trasformando la situazione prima in un incubo e poi in una strage terminata nell’incendio che ha sterminato i Davidiani.
Due eventi, gli assedi di Waco e Ruby Ridge, con tanti punti in comune. Una comunità isolata, la convinzione di trovarsi al di sopra delle leggi di un governo federale percepito come un’entità lontana politicamente, prima ancora che fisicamente, e il controllo sulle armi da fuoco. Due eventi fondamentali per capire l’America contemporanea, un territorio profondo e da noi poco conosciuto, una Santa Barbara pronta a scoppiare fatta di un mosaico di milizie irregolari in perenne preparazione, leggi addestramento militare, in vista di una resa dei conti con i federali e di comunità isolate che pretendono di vivere secondo la common law, qualcosa di più vicino al senso comune che a un sistema legislativo vero e proprio.

Questa è l’America che Brian Wood racconta in due dei suoi fumetti più famosi e controversi, DMZ e Briggsland. DMZ è quel tipo di fantascienza che te ne accorgi a malapena, quei due minuti nel futuro in cui nel mondo ti ci riconosci MA. E quel ma, in questo caso, è un fatto inquietante quanto plausibile, ovvero l’insurrezione di un movimento più o meno unitario di tutte quelle milizie antigovernative che vedono i cittadini comuni armarsi e addestrarsi nel tempo libero, lettori di testi come The Turner Diaries e fermamente convinti di quel nucleo allucinato di teorie della cospirazione che sarà l’embrione di quella che oggi si chiama alt-right. Se nella realtà di tutti giorni, in un certo senso, la fantasia ha superato la verità, con Trump che da presidente di quel governo centrale visto come nemico ha flirtato in più di un’occasione col movimento delle milizie, alimentando narrazioni come quella di QAnon definibili a voler restare leggeri acrobatiche, nel fumetto di Wood le cose vanno diversamente e i miliziani uniti si scontrano con l’esercito regolare che a respingerli non ci riesce mica tanto e va a finire che la linea del fronte si attesta in corrispondenza a New York tagliando, guarda un po’ l’ironia, la grande mela a metà.

Briggsland racconta invece le vicende di una famiglia, per l’appunto i Briggs, che governa un territorio di circa trecento chilometri quadrati che costituisce un vero e proprio Stato a parte, figlio di una secessione in atto da lungo tempo e assediato dal governo degli Stati Uniti. E qui si tocca un altro nervo scoperto in quanto la situazione politica è l’ambientazione del fumetto, il cui incidente narrativo è il golpe della matriarca dei Briggs che esautora il marito in carcere e condannato all’ergastolo, agitando le acque torbide in cui nuota la famiglia che governa Briggsland. Sì, perché uno dei capisaldi del sottobosco della destra estrema populista e sul filo del secessionismo che caratterizza gli Stati Uniti molto di più di quanto agli americani stessi piace pensare è la posizione della donna che non è, per così dire, propriamente moderna. Il lavoro femminile per i farmers dell’America profonda è sempre stato una fonte di ricchezza a costo zero, le donne delle aree rurali degli Stati Uniti hanno svolto diverse attività non retribuite ma vitali per la vita delle fattorie, e il fatto che una signora Briggs possa assumere una posizione politica e sociale meno che disordinate scuote le fondamenta di un sistema di pensiero profondamente radicato.

Ma qual è il nesso fra gli assedi di Ruby Ridge e Waco e i fumetti di Brian Wood?

I due eventi rappresentano l’innesco e la causa del primo declino del movimento delle milizie raccontato in DMZ, mentre Briggsland sintetizza il percorso politico che ha portato alla situazione attuale rendendo alla perfezione le ragioni che, passando per Waco, portano da Ruby Ridge a DMZ.

Procediamo tuttavia con ordine. L’assedio di Ruby Ridge provoca la nascita di diverse milizie, prima fra tutte la Militia of Montana, che crescono grazie anche a una crescente presenza on line delle organizzazioni, siamo circa a metà degli anni Novanta, che raggiungono i loro destinatari in tutta l’America con siti web ancora rudimentali ma non di meno efficaci. Se Waco contribuisce a irrobustire la rabbia antisistema dei miliziani, contribuisce anche al primo declino del movimento in seguito all’Oklahoma Bombing, l’attentato del 1995 con cui Timothy McVeigh intendeva vendicare Waco (ma anche Ruby Ridge…) facendo saltare in aria un palazzo governativo con un furgone imbottito di esplosivo artigianale con una modalità che ricorda una scena dei Turner Diaries. Da quel momento, il movimento delle milizie inizia a declinare. Se nel 1995 si contavano circa 800 bande armate sul territorio statunitense, nel 2000 se ne contavano meno di 200. Poi dopo il 2008, con l’elezione di Obama, i liquami son tornati a sfiorare i tombini ma questa, come si suol dire, è un’altra storia. A ogni modo, il seme da cui è spuntato DMZ è stato piantato all’inizio degli anni Novanta a Waco e a Ruby Ridge. Ed è nel terreno di coltura di Ruby Ridge che Brian Wood mette le mani con Briggsland, andando a scoprire le radici di quella cultura politica entro cui le milizie sono cresciute, quella tensione costante fra campagna e governo centrale, intesi prima come stato mentale e identità culturale prima che come posizione geografica.

Il senso del lavoro di Brian Wood è creare fumetti mondo che rappresentano una nazione e una cultura nei loro aspetti meno conosciuti e più sinistri. Nazione come cultura politica, nazione come ideologia e nazione come mito, tutta l’architettura immateriale su cui un popolo costruisce o, in caso di profondi difetti strutturali, per cui un popolo crolla.

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