Post-it: Luglio 2022

In agosto QUASI non esce. Questo post-it raccoglie, come succede da qualche mese, i consigli per gli acquisti di Paolo che cerca di farsi aiutare inutilmente da quei cialtroni di Boris e soprattutto Claudio (che ha avuto l’idea e poi si è allontanando dicendo che aveva lasciato le bambole dal parrucchiere). In realtà alla fine è la lista della spesa appiccicata al frigorifero e, siccome QUASI, ormai da tradizione consolidata, in agosto è in vacanza, quella lista, questa volta rimarrà lì per un paio di mesi.

L’8 luglio esce il nuovo cinepattone Marvel. Tributo ai film di supereroi la medesima rilevanza intellettuale e culturale che meritano i serramenti in alluminio anodizzato. Non ne direi nulla se non fosse che questo si chiama Thor: Love & Thunder e l’adolescente ch’entro mi rugge continua a storpiare quel titolo: Love & Tinder!

Il 12 luglio la casa editrice canadese Drawn & Quarterly mi rende felice con un volume che avrei dovuto attendere con ansia. Yamada Murasaki è una delle figure più importanti del fumetto alternativo giapponese. Roba da “Garo”, una rivista di cui, da qualche parte, ti ho raccontato la storia. Talk to my back, tradotto da Ryan Holmberg dovremmo esigerlo anche in italiano. Ti riporto la presentazione dell’editore:
«A celebrated masterwork shimmering with vulnerability from one of alt-manga’s most important female artists. “Now that we’ve woken from the dream, what are we going to do?”, Chiharu thinks to herself, rubbing her husband’s head affectionately. Set in an apartment complex on the outskirts of Tokyo, Murasaki Yamada’s Talk to My Back (1981–84) explores the fraying of Japan’s suburban middle-class dreams through a woman’s relationship with her two daughters as they mature and assert their independence, and with her husband, who works late and sees his wife as little more than a domestic servant. While engaging frankly with the compromises of marriage and motherhood, Yamada remains generous with the characters who fetter her protagonist. When her husband has an affair, Chiharu feels that she, too, has broken the marital contract by straying from the template of the happy housewife. Yamada saves her harshest criticisms for society at large, particularly its false promises of eternal satisfaction within the nuclear family―as fears of having been “thrown away inside that empty vessel called the household” gnaw at Chiharu’s soul. Yamada was the first cartoonist in Japan to use the expressive freedoms of alt-manga to address domesticity and womanhood in a realistic, critical and sustained way. A watershed work of literary manga, Talk to My Back was serialised in the influential magazine Garo in the early 1980s, and is translated by Eisner-nominated Ryan Holmberg. Yamada Murasaki (1948–2009) debuted as a cartoonist in 1969. Informed by her upbringing―she was raised mainly by her grandmother―and a background in design and poetry, Yamada’s early work was unique in form and content, offering realistic portraits of young women negotiating complicated family situations and the passage to adulthood. In the late ‘70s, after having a family of her own, her work shifted to young mothers negotiating children, husbands and the balance between social responsibilities as a housewife and self-respect as a woman. Yamada published manga in practically every issue of Garo from 1978 to 1986, and is considered the first cartoonist to use the artistic freedoms of alternative manga to explore motherhood and domesticity with an unromantic eye.»

In Italia queste storie brevi scritte da Emmanuel Guibert e disegnate da Joann Sfar sono uscite in alcuni volumetti Mondadori che riproducevano il formato dell’edizione Bayard. L’8 agosto esce per Dargaud Sardine de l’espace Compilation, 256 pagine a colori per una dozzina di euro che raccolgono le 25 storie realizzate dalla coppia Guibert / Sfar (i primi otto volumetti Bayard sostanzialmente). Da lì in avanti Sfar si sfilerà e la serie cambierà registro e impianto (perdendo un sacco di mordente).

Willem è uno dei grandi della satira francese. Il sopravvissuto tra i giganti di “Hara-Kiri” e poi di “Charlie hebdo”. Avrebbe dovuto esserci anche lui in redazione il 7 gennaio per quella maledetta riunione, ma gli piace dormire fino a tardi ed è pigro. Un perdigiorno, insomma. Tutti a rompere con la cultura del lavoro, a dirci quanto è giusto che noi si vada a faticare tutti i giorni, con costanza, garantendo la nostra presenza durante le riunioni convenute. Ecco: quando abbiamo di fronte a noi l’esempio manifesto di come il nostro essere degli scansafatiche ci possa salvare la vita, non lo brandiamo come vessillo.
Aderisco, con fierezza e convinzione, alle Brigate Willem.
Il 26 agosto l’editore Faur J.p. pubblica un volume enorme e costosissimo dedicato a questo gigante del segno. Mille quarantotto pagine, 30 x 40, a duecentocinquanta euro.
Lo desidererò intensamente da lontano. Gettandogli fuggevoli pensieri amorosi.
L’editore lo presenta così:
«On ne se présente plus Willem. Grand prix du Festival de la Bande dessinée d’Angoulême 2013, il est l’ultime dessinateur vivant de l’équipe Hara-Kiri, Charlie Hebdo. Son œil quotidien et son graphisme reconnaissable entre tous nous éclairent de sa connaissance du genre humain. Pendant plus de 50 ans, il chronique les livres, les revues, les expositions, les voyages et les rencontres qui ont accompagné sa vie de limier et d’observateur éclairé… Son œil vif, précis et acéré a tout vu, tout compris, rien ne lui a échappé. 50 ans de culture, de contre-culture et de marges qui nous instruisent, nous donnent à voir la marche du monde et les hommes.»

Tra luglio e Agosto prosegue la collana “Urania: 70 anni di futuro”, in edicola in allegato a “Corriere della Sera” e “Gazzetta dello Sport”.
Segnalo questi titoli:

  • Snow Crash di Neal Stephenson, 6 luglio 2022. Quando all’inizio degli anni Novanta Shake Underground ha iniziato a farci leggere il cyberpunk, a un certo punto è arrivato anche questo romanzo. Un modo come un altro per dire “Language is a virus”. Un bel po’ ingenuo, ma all’inizio degli anni Novanta lo eravamo un po’ tutti. Chissà com’è rileggerlo ora. Temo che non lo scoprirò.
  • La caduta di Hyperion di Dan Simmons, 27/07/2022. Secondo volume del ciclo di Hyperion. Se non ne sai niente, mettiti comodo: QUI te lo racconta il nostro bassista Lorenzo Ceccherini.
  • Il problema dei tre corpi di Cixin Liu, 17/08/2022, Non l’ho letto, ma è fantascienza cinese. Diamine!
  • I biplani di D’Annunzio di Luca Masali, 31/08/2022. C’era una volta il premio Urania. Un paio di anni dopo la vittoria di Valerio Evangelisti con Nicolas Eymerich inquisitore, è uscito I biplani di D’Annunzio. Mi pare che “Urania” Avesse già cambiato formato, ma ci regalava delle perle di fantascienza italiana. Amavo Evangelisti e Nicoletta Vallorani. Quando è arrivato Masali, sono stato contento.

Sfoglio con attenzione tutti i fumetti di Kaare Andrews da quando l’ho visto alle prese con Emma Frost degli X-Men. Un erotismo sghembo e morbido a presentare copri non stereotipizzati. Nel corso del mese di luglio esce Amazing Fantasy: L’isola del mistero, raccolta dei cinque albi della collana omonima pubblicati da Marvel negli USA nel corso del 2021.
Probabilmente l’ennesimo fumetto che non avrò alcuna voglia di leggere, ma pieno di pin-up della Vedova Nera.

Ed ecco anche il terzo volume dei quattro previsti dell’edizione italiana del ciclo di Les Ogres-Dieux. Il modo in cui quel titolo è stato reso in italiano mi fa molto ridere. Temo però che la bestemmia al plurale non fosse voluta. In ogni caso: Orchi Dei: Grand’uomo di Hubert e Bertrand Gatignol. L’editore lo presenta così:
«Se c’è qualcosa che lo sceneggiatore Hubert ci ha insegnato con le sue ultime opere è che non bisogna mai fidarsi delle apparenze, che bisogna cambiare angolazione, guardare le cose da un punto di vista inedito. E, proprio come negli ultimi suoi capolavori (Bellezza, Pelle D’uomo, La vergine del bordello), Gli Orchi-Dei non fa eccezione. Coadiuvato ai disegni dal talentuosissimo Bertrand Gatignol, Hubert padroneggia la struttura del fantasy per raccontarci un mondo complesso di famiglie di giganti che dominano su una terra popolata da un’umanità trattata alla stregua di carne da macello. Cambiando ancora una volta prospettiva, dopo i primi due volumi in cui raccontava rispettivamente la storia di un erede della dinastia dei giganti che si rifiuta di mangiare gli umani (Piccolo) e la storia di un umano che fa carriera nella corte dei giganti fino a diventare ciambellano (Mezzo sangue), gli Orchi-Dei torna a sorprenderci con il terzo volume dei quattro previsti.»

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