Che vita di merda!

Paolo Interdonato | QUASI |

Non so come dirtelo. Mettiti sulla poltrona comoda, quella delle letture serali o delle serie guardate sul tablet. Se puoi, versati un bicchiere di vino. Cerca la posizione più confortevole, trova il punto di tensione delle vertebre che ti rilassa i muscoli dorsali, indurisci appena un po’ i glutei e poi rilassali. Ora respira piano, godendo di ogni inalazione, fino a quando l’aria non inizia a sembrarti buona, ma buona davvero. Godi della semplicità.
Ci sei? Ecco. Arriva la botta.

È settembre!

Magari, come per me, luglio e agosto non sono stati davvero mesi di quiete. Magari il caldo ti ha messo in ginocchio e hai provato schifo per le tue pulsioni ogni volta che hai cercato refrigerio nell’aria condizionata di un locale o, peggio, di un centro commerciale. Magari non è stata l’estate più memorabile della tua intera vita. Magari ha fatto proprio schifo. Può succedere.
Eppure, adesso è settembre. Il lunedì dell’anno. Inizia qui. E non hai neanche un capodanno alle spalle che può giustificare dei propositi nuovissimi e tutti ottimi.

Ricordi quella canzone di Levante di una decina di anni fa? Correva l’anno 2013 e si chiamava Alfonso. Ecco. La sensazione oggi è proprio quella: un invito a un festa indesiderata e mica eravamo in vena. Abbiamo bevuto troppo per sopportare l’avvicinarsi della fine. E ci siamo svegliati addosso al corpo di una persona che non conosciamo ma della cui stronzaggine non dubitiamo neanche per un istante.

«Che vita di merda!»

È un grido liberatorio. Lo focalizzi su tutto quello che ti fa stare male: le zanzare e la crisi climatica, le pesche che non sanno di niente e il lavoro schifo, la guerra alle porte e il dolore più grande che stai provando, i fascisti in parlamento e le cose pratiche da fare, la povertà crescente e il meetiing di Cielle… Inspiri. Gonfi bene il petto. E gridi fortissimo. Un barbarico YAWP!

Non credo esistano statistiche al riguardo, ma sono sicuro che sia proprio questo il periodo in cui – senza che nessuno lo possa scoprire – quando siamo in auto, su una strada vuota e senza nessuno attorno, lanciamo tutti quel grido terrificante, che si trasforma in un ruggito, lunghissimo e gutturale, e che ci lascia in debito di ossigeno con lo sguardo annebbiato. È il nostro segreto. Non lo diciamo mai a nessuno. E nessuno può fare un censimento. Infatti, io non faccio quella roba da pazzi: non grido mai da solo in auto, svuotandomi dello schifo e della rabbia. E neppure tu. Vero?

Appurata la nostra assoluta normalità, ti suggerisco di seguire il consiglio di Arabella: «Non dire mai che non sei pazzo, sennò capiscono che lo sei!»

Bene. È lunedì anche per QUASI ed eccoci qui al gran completo. Iniziamo questo mese all’insegna dell’assoluta consapevolezza. Sbuffiamo, sibiliamo «Che vita di merda!» e ripartiamo dalle motivazioni originali di questa rivista.

«QUASI parla solo del bello, del buono e dell’utile. Sta alla larga dai testi che dovrebbe necessariamente stroncare, non per aver aderito all’affascinante fatalismo borgesiano che insegna che «l’oblio è la miglior vendetta», ma perché ha imparato da Andreu Martin che “se mangi chorizo, poi puzzi di chorizo”.»

Siamo qui per sommergerti di bello, di buono e di utile.

Ti è piaciuto? Condividi questo articolo con qualcun* a cui vuoi bene:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

(Quasi)