Post-it: Marzo 2022

Mentre prosegue la collana dedicata, da “Corriere della Sera”, a Larry Mannino, Editoriale Cosmo porta in edicola 56° Distretto di Ray Collins e José Muñoz. Fino a oggi le sole pagine del lavoro di esordio di Muñoz pubblicate in Italia erano apparse su qualche numero tardo di “Sgt. Kirk”, la rivista di Florenzo Ivaldi uscita tra il 1967 e il 1978. La serie racconta le imprese del biondissimo poliziotto newyorchese Zero Galván. Oltre alla gioia che può darci guardare le pagine giovanili di quello che di lì a poco sarebbe diventato uno dei fumettisti più importanti del mondo, non possiamo nascondere la curiosità per un evento apparentemente marginale. Quando Muñoz emigra in Italia, Hugo Pratt chiede allo sceneggiatore Ray Collins di riprendere quella serie affiancandogli il disegnatore Angel Lito Fernandez. Zero Galván diventa moro e baffuto e in Italia viene ribattezzato, sulle pagine del settimanale “Lanciostory”, Larry Mannino. Muñoz sembra proprio non gradire questa rinascita: in una delle prime storie di Alack Sinner, l’investigatore privato entra in  commissariato e chiede che fine abbia fatto il suo amico commissario Galván; gli rispondono che lo ha ammazzato un tale Fernandez. In risposta vedremo Mannino, in un episodio, incrociare in strada “il grande” Alack Sinner: è conciato malissimo perché si è messo in affari con un furfante.
Adesso finalmente potremo leggere, in un unico fascicolo le storie dello Zero Galván originario e, forse, capiremo i motivi dello scambio di coltellate – visibili solo agli addetti ai lavori – tra i due disegnatori.

Rizzoli Lizard pubblica Jack Kirby: La vera vita del re dei comics di Tom Scioli. La copertina italiana che si vede in giro è inguardabile: mette in scena un disegnatore sfumato e colorato con tinte pastello, mentre le pagine interne presentano un segno e una grafica che omaggiano i comic book Marvel degli esordi. Lo leggeremo, ma con il costante fastidioso sospetto di essere prigionieri di qualcuno che voleva vendere quel libro a qualcuno cui non sarebbe interessato.

Kowloon Generic Romance di Jun Mayuzuki arriva al quarto volume. Un modo straordinario per raccontare il nostro rapporto con le città che amiamo, anche quando sono posti indecenti. L’autrice sceglie Kowloon, l’area urbana più densamente abitata di Hong Kong, il secondo paese al mondo per densità. Lo sviluppo del racconto, già nel terzo volume, inizia a languire, ma quando ci porta a spasso per la città ci si dimentica tutto.

I libri Saldapress sono oggetti meravigliosi. Una cura speciale nella scelta dei formati e dei materiali, per volumi ineccepibili dal punto di vista cartotecnico. Mai la carta che si pieghi nella direzione sbagliata, la copertina che si imbarchi o la stampa sbavata. È un piacere quindi che il 31 marzo esca La volpe di Frédéric Brrémaude Federico Bertolucci. Si tratta di un volume del ciclo Love, una serie che mette in scena animali che vivono la loro normalissima vita bestiale e ai quali non va sempre a finire bene: la lezione di Gon di Masashi Tanaka, portata in Francia e ripulita dalla presenza del cucciolo di t-rex.

Il 23 marzo Star comics pubblica il primo volume di Kaiju no.8 di Naoya Matsumoto. La popolarità dei mostroni giapponesi non accenna a diminuire e, mentre leggiamo con piacere Asadora dell’amato Naoki Urasawa, ci prepariamo a godere di questo nuovo strepitoso successo nipponico. Il manga è stato serializzato, dal 3 luglio 2020, su Shōnen Jump+, sito gratuito della casa editrice Shūeisha, al ritmo assassino (e in Giappone, quel ritmo può essere assassino veramente) di un episodio la settimana (con una settimana di pausa ogni tre episodi). Quando, popolarissimo, ha conquistato la sua prima edizione cartacea, è stato il manga ad aver raggiunto nel minor tempo prima il milione e poi il milione e mezzo di copie.
Un fumetto che ha così tanti lettori ci interessa moltissimo.

I Placebo si sono fatti aspettare nove anni. Sono tanti, eh. Però siamo abituati. Ci piace un sacco di gente che sparisce e non fa dischi per un po’. Rimane silenziosa e tu continui ad ascoltare la roba uscita fino a quel momento senza lamentarti troppo. A volte ti dimentichi addirittura che potrebbero fare un nuovo disco e godi dei ricordi.
Può succedere però che il musicista (o la band) che ami tanto annunci un nuovo disco. Ti prepari all’ascolto, dopo un lungo silenzio. Basta una catastrofe mondiale della portata di una pandemia a cancellare quell’uscita che già pregustavi.
Adesso sono due anni che sentiamo un fremito nei polpastrelli. Se Never Let Me Go non è bellissimo, ci rimarremo malissimo. Sono responsabilità.

Il 3 marzo esce finalmente nelle sale italiane Voyage of Time di Terrence Malick. Quello che abbiamo visto in giro è magnifico e – forse per la presenza di Douglas Trumbull nelle fasi di postproduzione – ci hanno già ammorbato con i riferimenti ossessivi a Kubrick e al “National Geographic”. Un film che Malick ha sognato di fare per mezzo secolo e che racconta l’origine della vita. Presentato a Venezia il 6 settembre 2016, arriva finalmente nelle sale il primo documentario del regista.

Amiamo Paul Thomas Anderson dai tempi di Boogie Nights.


Sul frigo, spesso, rimangono i post-it con le liste della spesa precedenti. Sul mio c’è:

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