Golden Brown di Mabel Morri

Mabel Morri | Plat du jour, Una pietra sopra |

Tornassi indietro con le cose che so adesso, probabilmente Golden Brown non mi verrebbe fuori così. Il che dunque va bene, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Nel 2004 ho ventinove anni. Mi viene riconosciuto il Micheluzzi Nuove Strade al Comicon di Napoli passatomi dalle mani immense di due dei miei maestri putativi Vittorio Giardino e Milo Manara per la serie di albi autoprodotti “Hai mai notato la forma delle mele?” edito con lo Studio Monkey, casa editrice indipendente fondata da me con altri ragazzi della Scuola del Fumetto di Milano.
Giardino e Manara erano per me, in quel momento, l’essenza della ricerca che stavo facendo: le storie brevi come universo che collegava altri mondi e altri personaggi che abitavano le mie pagine. Di fatto una vita parallela: stessa città presumibilmente nella quale i personaggi si incrociano, si intravedono, si incontrano. Molti temporeggiano, aspettano di crescere, aspettano di mostrarsi.

C’è chi dice che, come disegnatrice, la storia breve fosse la mia dimensione ideale.
Di certo c’è che la freschezza e la spontaneità, magari anche l’ingenuità, di quelle pagine un po’ le ho perse, lo sento, oggi c’è anche tanto mestiere nella misura in cui ho anche quindici anni di più e la mia visione del fumetto come linguaggio, del mondo e (finalmente) del fumetto che vorrei fare si sta concretizzando. In questo senso Volevamo essere le Spice Girls, il fumetto cui sto lavorando adesso, prova a tornare a quei codici.
Non ho una pagina wikipedia, non sto sulle prime pagine, sembro piuttosto come quei calciatori che si riciclano seconda voce nelle telecronache e che sbagliano i congiuntivi ma, perdio!, il disegno che faccio adesso va proprio in quella direzione. Prima nasceva prepotentemente dall’irruenza della giovinezza; adesso è moderato dalla saggezza delle ciocche bianche comparse sulle tempie.

Buona lettura!

[Golden Brown è originariamente apparso sul sesto numero di “Hai mai notato la forma delle mele?”. Puoi leggere integralmente quell’albo QUI, sul sito di Mabel]

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