Un uomo meraviglioso

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Raúl Damonte Botana era un uomo meraviglioso. Veniva dall’Argentina e viveva tra Parigi e Milano. Esile, sottile, elegante e divertentissimo, dichiarava la propria omosessualità, senza timore alcuno, fin dagli anni Sessanta del secolo scorso. Era uno scrittore, un autore e attore teatrale, uno straordinario fumettista. Si firmava con un nome semplicissimo, di due sole sillabe, che i francesi pronunciano come una parola tronca e gli italiani piana: Copi.

Ogni volta che parliamo con qualcuno che ha conosciuto Copi, torniamo a casa carichi di aneddoti esilaranti. Pare che fosse un’inarrestabile macchina per vivere fino all’ultimo giorno della sua vita breve. Poi l’AIDS lo ha portato via. Era, in quegli anni, una peste più divertente del Covid: si diceva fosse una maledizione che colpiva chi si dedicava allo scambio di fluidi vitali, drogandosi o facendo sesso non protetto (un triste eufemismo). Un’idea romantica di malattia a cui, in questi tempi tristi di lockdown, guardiamo con un po’ di nostalgia.

Impossibile parlare di Copi senza sfoderare un aneddoto. Noi ci giochiamo quello, divertentissimo, che ci ha raccontato Anna Maria Gandini.
Notte di Capodanno in riviera: Copi si presenta nel locale in cui cenerà con gli amici indossando una pelliccia di bestia comune, pagata pochissimo. La pelliccia viene mollata in guardaroba e comincia la festa. A un certo punto Copi recupera la propria pelliccia la dà ad Anna Maria e dice che andrà a fare un giro. Sparisce per vivere la notte. Gli amici finiscono la cena ed escono a passeggiare; Anna Maria ha la pelliccia appoggiata sul braccio. La notte procede e la gente per strada è sempre più sbronza. I nostri sono seduti attorno al tavolo di un bar, quando arrivano due poliziotti che li invitano a seguirli. In questura scoprono di essere accusati da una signora del furto di una preziosissima pelliccia di bestia pregiata. «Questa?», sbotta Anna Maria, «Ma se è uno straccetto da quattro soldi comprato chissà dove…»
Anna Maria, con la noncuranza che abitualmente mostra verso i capi di abbigliamento, ha buttato lo straccetto su una sedia dell’ufficio. Quando Copi li raggiunge, si capisce che si tratta di un malinteso: nella fretta l’argentino ha preso una pelliccia non sua. La guarda e, agitando il corpo sinuoso e un po’ infreddolito, aggiunge: «Come avrò fatto? La mia è molto più bella.». Anna Maria, a questo punto del racconto, sottolinea sempre che i due capi effettivamente si assomigliavano molto.

Copi ci manca da impazzire e manca, colpevolmente, anche negli scaffali delle librerie.

Editore distratto e frettoloso, per favore, pubblica quello che vuoi. Ma fallo!
Puoi scegliere tra I polli non hanno sedie, Un libro bianco, Il fantastico mondo dei gay… e delle loro mamme!, Storie puttanesche, Non oso, madame… Saremmo felici anche se ti limitassi a ristampare Il ballo delle checche, straordinario romanzo ambientato in larga parte nella casa dei Gandini a Milano.

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