Fumetto con le alette

Alberto Choukhadarian | Chouk Amuck |

Era il 19 novembre 2019, nei pressi dell’imminente BilBolBul, e intrecciando breve e salutare conversazione Telegram con Alberto, io fresco reduce di recente lettura di Lislatamise, ritirato brevi manu lucchese solo qualche paio di settimane prima, prorompevo così: «c’è tanta roba bella in giro ma nessuno produce un lavoro colto, evocativo, brillante, misterioso, di conflagrante e fragrante impatto sociale e visivo, divertente, ‘nuovo’ come il vostro.
Rileggo le due più recenti autoproduzioni e ripenso a una decina di anni fa, quando Alessandro disse del lavoro di Michael: «se fossimo in Giappone, Maicol & Mirco avrebbero un parco giochi dedicato a loro!». Analogamente, se fossimo in Francia (e io, modestamàn, ci sono (quasi)), Lise & Talami meriterebbero sezioni intere di biblioteche bédé riservate. E non credo di pensarlo solo perché è in fondo grazie a loro se posso, in una giornata di intenso traffico sanremasco (vale a dire sempre), raggiungere la Chiesa di Nostra Signora della Mercede, sfrecciando (?), bello (??), agile (???) e tranquillo (????) ciclabile evitando in particolare il particolato (ecco, che poi perché Codroipo è un nome che mi risuona qualcosa? Non mi sembra unicamente per via che Claudio me lo suggerì come la meglio toponomastica cittadina, maybe sorpreso dal mio prospero entusiasmo per Selvazzano Dentro, “uno stato d’animo  più che una località” mi venne da chiosare, sorperso nell’estenuato approfondimento psicologico.). A proposito di toponomastica, va soggiunto che stavolta di topi che masticano ce n’è sì, non no.

Talami, in questa cornucopia di preziosi compendi fumettistici, dilaga: inserendo, rispetto alla produzione ormai considerabile classica (non è una bella definizione d’appioppare a Zurich?) per Becco Giallo, fotografie, tavole abbozzate a sola matita e non completate né di china né tantomeno di retini, alberi, ortaggi, verdure, libri da «Ma come fai a non averlo mai letto? A cosa hai dato la precedenza per rimandarlo?» (un monito che in me evoca colpe mai redente).
Lise fiocca ficcante, fiaccando Pressappoco, essendo Uomo di parola, la tenue resistenza ritrosa del lettore alla prese con la sua prosa. Che poi, dove altro lo trovi un aggettivo stile “fiappo” in una prefazione? O chi altro è in grado di immaginare postdatato il tuo futuro passato da invaghito invasato sedentario commercialista, se non ti fossi tramutato in commerciante rilassato?

La strada della leggerezza empatica sembra essere sempre stata percorsa (anzi, percossa, data l’imponente cifra stilistica grafica contenutistica dell’Euganeo Duo). Il tripudio (ossia lo “spettacolo di variopinta ed esuberante bellezza”, come da più o meno prima definizione allineata da Google) dei volumi uno/due di Listalamise impone immantinente un’adeguata occupazione degli scaffali patrioti e, auspichiamo, esteri. Magari con altri formati, sarebbe curioso con altri editori.
E comunque il Mickey Mouse che tanto commuove Gildeath l’ho avuto in mani anche io: ora resta (nel senso di ri(s)pos(t)a (che peraltro ricordiamo “non c’è. o forse chi lo sa. perduta nel vento sarà”.)) decisamente meglio tra quelle coloratissime di Filippo, insieme ai suoi successivi Fantagraphics. Io m’abbuffo più a mio agio sulla riga (delle vignette) dell’imperturbàbile Tamigi.

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(Quasi)