Officina Infernale’s Black Church

Quasi | Plat du jour |

di Officina Infernale

…mi sono sempre considerato un pessimo disegnatore, insoddisfatto, sempre alla ricerca di perfezionarmi ma mai sbattendomi come si deve, aggiungiamo poi che la mia disillusione per il fumetto si alterna in livello basso e livello abisso.

Durante l’ennesimo livello abisso, ovvero smettere di disegnare per lunghi periodi (il più lungo dal 2002 al 2005 più o meno), ero là con la dipendenza da creatività che spingeva da un lato e lo schifo per la matita e la china dall’altro… scopro TMBLR un pozzo di immagini infinito, porno, gore, manga, fotogrammi di film, foto di schermi televisivi sintonizzati su canali morti, metal, black metal, hardcore, grindcore, hardcore, sangue, omicidi, scene del crimine, foto anni 70 80 90, armi tutte, cazzi, merda, glitter, il paradiso… prendo immagini in maniera onnivora, le catalogo per generi, nasce il mio infame archivio.

Mentre faccio colazione all’alba bevo il caffè tiro giù immagini di persone tagliate a metà, close up di genitali, terroristi ceceni, palazzi in cemento di periferie anonime, gente che si buca, sangue su un letto, un primo piano di una mandibola, questo va avanti da anni ormai…

Decido di fare delle grafiche libere senza vincoli di nessun genere, anarchia totale, sul modello delle prime fanze di Give Up, nasce il progetto Black Church, inizialmente volevo creare una setta su internet, poi la cosa era complicata e odio i santoni…

Dalle 8/10 grafiche all’ora, ogni mattina, caffè compreso, tutto a un livello istintuale/animale, mi ritrovo con una mole di roba bella grossa.

Ne esce un libro di 280 pagine nere come l’inferno, autoprodotto, ora sold out, ristampato due volte tiratura totale 150 copie.

…non so se l’ho letto da qualche parte o me l’hanno detto in uno studio grafico dove lavoravo, …«nella grafica non si inventa niente»…

Prendiamo questa cosa, uniamola al nichilismo alla disillusione per il fumetto, alla dipendenza da creatività e a una buona dose di fancazzismo…

Un mix letale che non dovrebbe nemmeno esistere….

Mi chiedono delle pagine di fumetto per una rivista, io nel pieno della piena nera, penso di usare le immagini del Black Church per farlo, poi in realtà ho iniziato usare soprattutto le foto dell’archivio.

Una combinazione di filtri di Photoshop sperimentata anni prima e abbiamo il caratteristico effetto fotocopia…

Nasce la Legion of Doom, eroi che fuggono dall’inferno per vendicarsi dell’umanità.
Dentro c’è l’embrione del Doomrider e the Sarge che finirà poi in Iron Gang.

Rotto le uova si fa la frittata.

Nasce the Doomrider, eroe terminale, muore a ogni fine avventura e ha i poteri degli eroi di un era precedente da cui attingere.

Doomrider nasce dal desiderio di fare un personaggio con il costume da scheletro, come Kriminal, ma più come KIlling, o come i Misfits.

Episodi da sei pagine ognuno, raccolti in un volume di 96 pagine, autoprodotto, sold out ristampato sold out di nuovo, 150 copie totali.
Lo vendevo insieme ad un poster A3 fatto a collage e un portfolio con 6 illustrazioni in 3D con occhiali.

Poi il mondo è andato avanti, ho ripreso a disegnare, mi sono rotto il cazzo altre due o tre volte ma meno, questa tecnica la uso tuttora, l’ho usata su tavole da skate, su grafiche di dischi e loghi di gruppi, ho creato una linea di fumetti mensile di prossima (spero) uscita che si chiama Harsh Comics, si ci sarà pure lui, The Doomrider e le sue millemila morti…

Pezzi presi da vari scarti di prove di stampa e grafiche sparse.
Rimestare nell’infame archivi, alla ricerca dei pezzi migliori, come gli squali durante il naufragio della USS Indianapolis.
Pezzi di nero, tonalità diverse di toner, per rendere un nero con delle vibrazioni, impercettibili e speriamo fastidiose.
Fatta la base, come una base x pizza ma proveniente da un pozzo petrolifero incendiato del Kuwait.
Stessa cosa per il bianco, un bianco sporco che neanche con 10 fustini di Dixan riesci a tener pulito.
Fatto la base, impostazione del poster presa o da un layout eseguito prima o da qualcosa di istintuale primordiale, o da qualche poster visto chissà dove.
Mettiamo l’elemento principale dove costruire intorno tutto il resto.
Si aggiungono pezzi su pezzi, teschi, ossa, roba da Doomrider Universe.
Il poster è pronto, the Doomrider e tutta la feccia presente nel primo e unico volume.
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