Smettere di bestemmiare si può!

Quasi | Posteria |

In seguito alla visibilità estrema che la nostra rivista ha nel mondo, padre Alfonso Maria Tava ha intercettato il nostro editoriale e, poche ore dopo la sua pubblicazione, ci ha fatto conoscere il suo disappunto. Riceviamo e, con devozione, pubblichiamo, in attesa della redenzione.

Buongiorno,

dato che avete inserito il nome del mio profilo su tutte le reti sociali accanto al collegamento ipertestuale che indirizza a un vostro documento io l’ho letto. Un po’ per cortesia, un po’ perché l’argomento di discussione era quello che da decenni occupa i miei studi insonni: la bestemmia.

Dico subito che il documento in questione è quanto di più ributtante abbia avuto occasione esaminare negli ultimi tempi.

In primo luogo, vi è la presenza di una litografia che mostra al centro un uomo muscoloso, barbuto e capellone districarsi insieme ad altri figuri ghignanti mostrando in bella evidenza il suo membro in posizione a riposo. Temo che questa sia la vostra raffigurazione perversa di D**. Sulla sinistra vedo, poi, una figura che mi ricorda la tipica iconografia con cui da tempo immemorabile è ritratto G*** C*****. Non riconosco invece gli altri soggetti, che deduco essere tutti personaggi di fantasia.

Di certo, questa rivoltante e pornografica litografia è l’ennesima conferma del fatto che le immagini, e in particolare le immagini a fumetto, sono nient’altro che lo strumento principale con cui il Maligno si annida nelle menti dei fanciullini impuberi per sussurrare loro espressioni infami,  idiote, bieche e turpi. Ho sempre sostenuto che la lettura degli albi a fumetto e delle novelle per immagini sia tra le principali cause di bestemmia nel mondo. Unica eccezione ammessa è la lettura di Tuffolino.

Auspico un immediato intervento dei governanti al fine di rimuovere e far ritirare dal mercato tutte le pubblicazioni a fumetto. Sarebbe un duro colpo alla bestemmia e una grande vittoria per la mia sempiterna lotta contro di essa.

Ho poi esaminato nel dettaglio anche la parte testuale del vostro documento, ritrovando con dispiacere in esso i soliti tralatizi ragionamenti su D**, ateismo, e agnosticismo. L’ennesimo ebete favellare che non tiene conto del fatto che la bestemmia, a prescindere dal sentimento religioso, abbrutisce le fauci di chi la pronuncia, lo rende immondo, lo porta alla esclusione sociale e ad altre conseguenze dannose. Nel mio Manuale illustro nel dettaglio come venirne fuori. Mi stupisco che chi ha scritto quel documento, mio paziente già da anni, ancora non sia rifuggito dal turpe morbo.

Tenetemi aggiornato sul percorso di redenzione.

Padre Alfonso Maria Tava

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