Piccolo Festival del Fumetto 2022 – Gli autori

Carlotta Vacchelli | Charlie don't surf |

Sabato 3 e domenica 4 dicembre c’è stato il Piccolo Festival del Fumetto di Cremona.
Se non c’eri, ecco cosa ti sei perso.

Miguel Vila

Cantore della provincia veneta, Miguel Vila è un fumettista padovano. I suoi graphic novel Padovaland (2020, Premio Boscarato, Premio Gran Guiningi) e Fiordilatte (2021, Premio miglior fumetto Comicon) si distinguono per l’esplorazione, spietata ed empatica al contempo, dei rapporti tra individui anonimi e anti-ideali, proiettati nella dimensione sociale di desideri condivisi, sogni e frustrazioni generazionali, abitudini collettive, e dominati da atteggiamenti di inerzia, individualismo e inettitudine. Le gesta di questa sostanza umana, verosimile perché imperfetta, sono raccontate attraverso un montaggio mobile e spezzettato che, memore della lezione di Chris Ware, rende con efficacia il funzionamento dello sguardo, variando in rapporto all’interiorità e alle emozioni dei personaggi. Il disegno tende al dettaglio, indugiando su elementi di disarmonia corporea, espressioni sgraziate e gesti goffi. Nelle trame intenzionalmente esili (piccoli tradimenti, sotterfugi quotidiani, banali malignità, con rari momenti di vitalismo, creatività, generosità), si dà spazio all’analisi serrata della psicologia dei protagonisti e all’esposizione delle motivazioni dei loro agiti, lasciando intendere elementi del loro vissuto. Molta attenzione è data anche alle architetture, tendenzialmente schematiche e geometrizzanti, che compongono, con campiture piatte di colori luminosi, ambientazioni di non-luoghi solitari e desolati, contrappunto ideale alla psiche dei personaggi.

Hurricane Ivan

Ivan “Hurricane” Manuppelli diffonde i suoi fumetti traboccanti e psicotropi in una moltitudine di canali di cultura e informazione, da “Linus” a “Mad Magazine”, passando per “Il Male”, “Frigidaire”, “Il manifesto”, “Rolling Stone”, “Mineshaft”, “Repubblica XL”, “Vice”, “Splatter”, “Barricate”, “Zero”, “Napoli Monitor”, “Domani”. Ha fondato e co-fondato riviste di fumetti alternativi, come “The Artist”, “Puck” e “Čapek”, e il portale di fumetti dedicati al tema della pandemia “Pandemikon”. Titolare del “Corso di fumetto per stomaci forti” e co-organizzatore di AFA (Autoproduzioni Fichissime Andergraund), ha plasmato e promosso diversi giovani talenti. Quello di Hurricane è un fumetto di eccessi, anarchico, nervoso, allucinato, di forme grottesche e situazioni tragicomiche, che riformula la più sovversiva tradizione underground nell’espressione delle inquietudini di oggi. È autore sia di fumetti brevi (singole tavole, strisce e vignette) che di graphic novel e storie in volumi autoprodotti, come L’attesa, Almanacco dei cuori solitari, e Botanica Satanica. Tra le sue ultime opere, I Sopravvissuti (Eris, 2018), Cronache dal virus (per il Manifesto, raccolte in volume da Eris, 2020), Salamoia sunrise (In Your Face Comix, 2021) e Sinfonia Infernale. Concerto in Bosch minore (24 ORE Cultura, 2022), presentata a Wow! Spazio Fumetto (Milano).

Matteo Pi

Matteo Pi, aka Matteo Pigoli, Pigo o Sherlock_jr, è uno sperimentatore incallito e recidivo: disegna di tutto, con la mano destra e/o con la sinistra, e impiega qualsiasi stile, dal più realistico e dettagliato al più iconico e stilizzato, fino a toccare vertici di astrattismo imperscrutabile. Pure coi materiali non lesina di sbizzarrirsi, servendosi, a seconda dell’ispirazione, di pennarelli indelebili su carta industriale, o acrilico bruciato su tele preparate con perizia certosina e confezionate in cornici baroccheggianti; la tecnica, parimenti, spazia da composizioni polimateriche di cicche masticate, buchi smangiati e figurine di calciatori, a lirici paesaggi di oggetti a scan e graffianti collage digitali, a pezzi di videoarte vicini, per regia, montaggio e contenuti trash/pop, al genere dello youtube poop. Questo percorso si riflette nella sua ultima autoproduzione, In Terre Sante (2022), riflessione nei toni del giallo che proietta l’io autoriale nella dimensione generazionale. Con Fumettisbagliati allestisce la rivista aperiodica autoprodotta “Coprofago”, omaggio-parodia del leggendario “Cannibale”, in cui collassano media mainstream e linguaggi istituzionali in una mostruosa rassegna di metanarrazioni grafiche. Matteo Pi ha orchestrato diverse pregevoli locandine per festival, concerti e rassegne di Cremona e provincia e ha pubblicato Apatya, La morte e la farfalla, Un addio col sorriso con il CFAPaz, brevi e toccanti Bildungsroman a fumetti, nonché il viaggio nel proprio sé artistico Tre/quarti.

Pastoraccia

Visual designer e fumettista, Pastoraccia (Alessandro Pastore) è l’autore di Quasi nessuno ha riso ad alta voce (Canicola, 2022), complesso graphic novel di intersezione che riformula diversi stilemi dell’epoca modernista: tra teatro dell’assurdo, giallo, pittura metafisica, romanzo psicologico, esistenzialismo, risuonano, nell’attenzione ai personaggi e nella scelta delle ambientazioni padane, echi da Gianni Celati, dalla Casa delle finestre che ridono di Pupi Avati, da Giorgio Bassani e altri autori delle campagne tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Dal 2020 pubblica a episodi Parada sulla storica rivista letteraria “Nuovi Argomenti” (Mondadori). Illustrata nello stile di disegno tipico dell’autore – linea chiara dal segno tremulo e sottile, figure piatte schiacciate da prospettive claustrofobiche, montaggio a inquadrature mobili e tendenzialmente associativo, più che consequenziale – Parada è un’affollata mascherata a metà tra flusso di coscienza, racconto onirico e narrazione allegorica.

Federica Ferraro

Federica Ferraro racconta di sé: «Assemblata a Napoli in un freddo gennaio del ’96. Cresce fra la stazione centrale e la periferia, fra i binari arrugginiti di Gianturco e le fabbriche abbandonate di Poggioreale. Studia incisione a Napoli mostrando fin da subito la sua attitudine alla deformazione. Successivamente si sposta a Bologna per studiare fumetto. Attiva da anni nell’autoproduzione, collabora con diverse realtà italiane ed estere. Pubblica la sua prima storia breve in Materia Degenere 2 a cura di Diabolo Edizioni (2021) e la sua prima graphic novel con SputnikPress (2022). Attualmente produce e scarrozza la sua ferraglia in giro per fiere». E poi muori di Ferraro è caratterizzato da tratti calcati e ricalcati in una stratificazione irregolare, a volte di nero su bianco, altre di bianco su nero, e da figure nervose, contorte in pose dolenti e sfigurate da espressioni grottesche e da sguardi corrugati e guardinghi, sempre in attesa che accada qualcosa di terrificante. La narrazione è di magistrale efficacia nella resa dell’orrore, programmatico sin dal sottotitolo, che recita “una storia horror neomelodica”. Questa atmosfera, ritratto di una Napoli crudele, è costruita infatti per l’accumulo incalzante di vuoti narrativi: azioni sottintese e spezzate frasi colte a metà di discorsi, che stimolano il lettore a immaginare situazioni e circostanze. L’horror alla Ferraro, piuttosto della rappresentazione di scene violente, esplora l’aspetto di frammentarietà insito nel funzionamento dello strumento fumetto, nascondendo: ed è da questo incombente senso di ignoto, vero protagonista della storia, che nasce la paura.

Anna Dietzel

Di formazione pittrice e illustratrice, Anna Dietzel collabora con “Internazionale” e ha pubblicato con Sigaretten Tre di notte a Miltenberg (2021), il suo primo graphic novel. Le sue illustrazioni – concepite come tavole singole o montate in narrazioni di più ampio respiro – spaziano da soggetti animali, a messaggi di attivismo LGBTQ+ e body positivity, a creature sataniche e fiabesche, a personaggi goth, a surreali assemblaggi antropomorfi simili a quelli di Una settimana di bontà di Max Ernst. Il disegno di Dietzel si contraddistingue per il tratto sottile, realizzato con penne appuntite, e colorazione digitale, senza superare abbinamenti di 2 o al massimo 3 colori. Questi aspetti enfatizzano l’interesse verso le forme dei soggetti ritratti, sospesi in fondali vuoti, e la loro combinazione nella pagina, che risulta sobria e armoniosa. Le pose sono plastiche e dinamiche, a tratti vicine al disegno rinascimentale e alla struttura di dipinti e delle sculture a tema sacro, e i volumi sono resi nel dettaglio. La combinazione tra perizia nel disegno, cura nella scelta della tonalità, composizione minimalista e soggetti grotteschi produce una collisione di sorprendente impatto estetico.

Emanuele Baistrocchi

Emanuele Baistrocchi racconta di sé «dopo la facoltà di Architettura di Venezia, intraprende diversi lavori in Italia ed all’estero: da panettiere a garzone di un restauratore, da venditore di case a progettista di case, sino a capitolare in un monastero nel grossetano. Sceso a valle, ritorna infine in pianura dove si alterna tra il lavoro presso un’azienda alimentare e la cura di piccole mostre ed eventi in piazza Duomo a Fidenza presso la galleria no-profit Celestina, suo laboratorio aperto a contaminazioni. Oltre al fumetto, la sua ricerca trova sfogo nelle BIC con cui completa opere di grande formato.» Nella sua ricerca artistica, Baistrocchi sperimenta su più fronti: da dipinti su ritagli di carta da pacchi assemblati con strisce di scotch di carta, caratterizzati da un segno curato ai minimi dettagli, che indugia, con effetto iperrealistico, sulla resa di corpi e ambientazioni, al lirico wordless book autoprodotto Ore, che verrà presentato per la prima volta al PFF 2022. Questa delicata narrazione visiva procede per sequenze di illustrazioni a inchiostro acquerellato che raccontano momenti di raccolta introspezione e occasioni di contemplazione quotidiana del protagonista, colto nella dimensione meditativa e liberatoria della solitudine.

Ilaria di Emidio

Ilaria di Emidio vive e lavora a Teramo. Il suo lavoro trova le radici in  un uso personale del linguaggio tramite scrittura e disegno. La narrazione viene continuamente rielaborata, le storie sono masticate e digerite, osservate da punti di vista spostati o poco considerati.
È un’autrice di fumetti e storie illustrate e porta avanti la sua ricerca artistica utilizzando varie tecniche e cercando sempre nuove strade. Lavora come educatrice, collaborando con due colleghi che lavorano con i ragazzi attraverso la musica e il teatro, collaudando degli spettacoli pluridisciplinari.

Lucia Biagi

Poliedrica figura di artista, Lucia Biagi, aka Whena, è fumettista, illustratrice, sarta, ricamatrice e ingegnera informatica. Così Giorgio Trinchero presenta il suo graphic novel The Cyan’s Anthem (Eris, 2022): «Gli esseri umani sono suddivisi in tre categorie: gialli, ciano e magenta. La società si fonda su una segregazione di fatto, messa in dubbio da un gruppo di ragazzini che approfittano dell’adolescenza per esplorare la libertà. Lì ritroviamo adulti, distanti, aggrappati all’illusione di normalità, traumatizzati da fatti noti a tutti, ma di cui non si può parlare. Un noir rigoroso, un romanzo corale, un racconto di fantascienza politica ambientato in una metropoli che ti sembra di poter visitare. Tutto insieme, in equilibrio, trascinato da dialoghi brillanti e realistici. Lucia Biagi compie una prodezza: 500 pagine dense di emozioni e critica sociale che se ne filano lisce come olio, e ti lasciano soddisfatto, e pieno di dubbi, come solo i grandi classici possono fare. Il miglior fumetto dell’anno.» Il disegno si distingue per il tratto pulito e deciso, di linee essenziali, spaziando da pupazzi cartooneschi a figure dalla struttura più definita, prossime, anche per la preferenza del tema adolescenziale, a “Love and Rockets” dei fratelli Hernandez. Se in molte illustrazioni Biagi predilige un bianco e nero riccamente particolareggiato, nei fumetti sono piuttosto i toni del blu e del viola a contornare i personaggi, come nelle edizioni a colori di “Frank” di Jim Woodring. Queste caratteristiche, insieme alla colorazione leggera e luminosa e alle forme iconiche e stondate, conferiscono alle storie di Biagi una gradevole leggibilità.

Elena Mistrello

Illustratrice e fumettista, Elena Mistrello pubblica sia con case editrici, tra cui Beccogiallo, che in contesti di autoproduzione e riviste underground, come “Čapek”. La sua tecnica spazia dal disegno digitale, a matite, inchiostri e serigrafie. Il segno si distingue per varietà di soggetti, stili, colori e atmosfere evocate, alternando episodi minimalisti a tavole cariche di elementi, movimenti e significati. La resa dei personaggi tende alla scelta di protagoniste femminili vitali e volitive, raccontate in atti di resistenza, o colte in momenti di riflessione e gesti quotidiani. Non mancano tuttavia creature fantastiche, animali antropomorfi, o rappresentazioni allegoriche. Che si tratti di forme realistiche tratteggiate nel dettaglio, o linee tendenti alla sintesi di storie, identità e situazioni, Mistrello è interessata sia alla resa dei corpi, che a quella di architetture ed elementi naturali. In questa assidua ricerca formale, il segno di Mistrello si mantiene autoriale ed estremamente riconoscibile, con un’aura naif che alleggerisce la narrazione. Tra le sue ultime storie, Milano fermata Isola per Graphic News (2016), il contributo incentrato su San Siro per l’antologia Quartieri (Beccogiallo, 2019). Il suo lavoro più recente, Sindrome Italia (Beccogiallo, 2022), in collaborazione con Tiziana Francesca Vaccaro (sceneggiatrice) ha vinto “Miglior sceneggiatura” a TCBF e “Miglior opera prima” a Napoli Comicon.

Omar Cheikh

Disegnatore e fumettista, Omar Cheikh ha all’attivo diverse collaborazioni con riviste, autoproduzioni e progetti editoriali indipendenti, tra cui kuš, kutikuti, BaoBab books, Det grymma svärdet, EnterPress, Napoli Monitor, Sigaretten, Robida, e fa parte dell’associazione di disegnatori e animatori Alma. L’estetica di Cheikh alterna soggetti realistici – in una ricerca di lirismo nella resa di frammenti di elementi dimessi, angoli dimenticati, situazioni trascurate – e visioni astratte, di enigmatici ibridi tra mondi minerali, vegetali, animali e alieni, spesso assemblati con manufatti o artefatti industriali. Le sue storie si orientano, per immaginario, ritmo e svolgimento sintattico, verso una dimensione antinarrativa, ambigua e sospesa, isolando singoli momenti in relazione non consequenziale e combinando dettagli di oggetti, ambienti ed esseri. Il suo segno oscilla tra il materico, con combinazioni di pennellate, aerografature e tratteggi strutturati ed elaborati, e disegni di linee più essenziali, comunque stratificate e ripassate, che restituiscono con efficacia una sensazione di irresolutezza e incompiutezza. La gestione della tavola è di impatto perturbante, per l’abbinamento di forme nere e pesanti, con macchie e colature di lacche luminose e l’anarchismo meta-fumettistico nella combinazione degli elementi della tavola.

Mauro Ferrari

(a cura di Emanuela Ghinaglia)

Si definisce sociologo e “esperto di botanica sociale”. Nasce e vive a Piadena, nella “bassa” cremonese. Operatore socio-culturale, formatore e docente universitario, ha sempre accompagnato le sue esperienze professionali e di volontariato con disegni e poesie. Ha pubblicato saggi di sociologia e antropologia.
Nel febbraio 2001 ha pubblicato Sciolto due case, racconto autobiografico a fumetti; nel 2004 L’uomo collina, fiaba a fumetti edita dal Centro Fumetto “Andrea Pazienza”. Nel 2021 pubblica Il mio nome è un acronimo: riflessioni sotto forma di disegni, metafore, piccole fiabe create per suscitare riflessioni in chi le fruisce (spesso sotto forma di biglietti di auguri inviati per ricorrenze e festività). Attraverso il filtro della rielaborazione narrativa e delle immagini (scarne, leggere e insieme incisive, disadorne da elementi decorativi) Mauro stimola a ripensare se stessi, la società, il mondo come quando il suo disegno ci mostra l’empio e sciagurato del pasto dell’uomo che compie divorando la terra.

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