Porco diavolo! Un altro anno è andato (1/4)

Quasi | QUASI |

di Boris, Lorenzo e Paolo

Il letargo dei risentimenti

Il calendario del 2022 ci ha regalato alcune date proprio belle da vedersi. Il due febbraio era rappresentabile con una sfilza di due (2 2 22) e il ventidue dello stesso mese aveva una rappresentazione numerica palindromica (22 02 2022! WOW!).
Ciò nonostante, quello stesso calendario non ci ha riservato alcuna vera sorpresa e l’anno si è aperto con un normalissimo primo gennaio e si è chiuso con un trentun dicembre come tutti gli altri. Quasi.
Come da tradizione di QUASI è arrivato il momento di fare il riassunto dell’anno appena trascorso, con il consueto grado di cialtroneria e approssimazione che caratterizza la nostra scelta di scene.

Nelle puntate precedenti…

Gennaio

Jean-Claude Mézières

Bello il migliore dei mondi possibili, ma non ci vivrei. Nonostante le apparenze, in giro per il mondo c’è un bel po’ di maretta.

Il 2 gennaio, in Sudan, si è dimesso Abdalla Hamdok, il Primo Ministro di un governo che era comunque provvisorio. Alla fine di ottobre dell’anno precedente c’era stato un colpo di stato militare e lui era stato arrestato. Poi le parti avevano trovato un accordo, ma non è durata. In questo momento c’è ancora la giunta militare al governo e si vagheggia di un accordo che porterà alla transizione democratica.
Il 4 gennaio, Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti – cioè I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – firmano una dichiarazione congiunta che dice: «Affermiamo che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta. Affermiamo anche che le armi nucleari – fino a quando continueranno a esistere – dovrebbero servire solo a scopi difensivi, come deterrente alle aggressioni e prevenzione della guerra. Crediamo con forza che un ulteriore diffusione di queste armi debba essere evitata.»
Il 5 gennaio, in Kazakistan viene dichiarato lo stato di emergenza nazionale in un balletto di scioglimento del governo, dimissioni del primo ministro e cacciata del presidenti della sicurezza nazionale. Il giorno dopo arrivano i soldati russi per una missione di pace. Poi il Kazakistan scompare dai radar mediatici fino a quando, all’inizio di agosto, il profilo social del vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev, è stato preso da assalto da hacker che gli hanno fatto scrivere «La Russia dovrebbe annettere Georgia e Kazakistan».
Il 23 gennaio colpo di stato in Burkina Faso che, forse, è durato una settimana. Poi la democrazia ha ripresto la sua corsa fino al 30 settembre, quando si è infranta contro un nuovo colpo di stato.
In Italia, per fortuna, non ci sono problemi di questo tipo: una macchina democratica indefettibile, il 29 gennaio, rielegge Sergio Mattarella quale presidente della repubblica. “Il manifesto” titola: «Quirimane».

A gennaio si parla ancora di Covid con un certo vigore e si registrano 300 milioni di casi nel mondo e 10 miliardi di dosi di vaccino somministrate.

Il 10 gennaio, a Baltimora, viene eseguito con successo il primo trapianto di cuore da un maiale (geneticamente modificato) a un uomo. Non essendo riuscito a trovare informazioni sull’attuale stato di salute del paziente, abbiamo riletto Cuore di cane di Michail Bulgakov.

In gennaio muoiono Sidney Poitier, Gianni Celati, Peter Bogdanovich, Ron Goulart, Michelangelo La Neve, Meat Loaf e Jean-Claude Mézières.

Il quarantanovesimo numero di QUASI web edition ha come tema “Diario di un anno difficile”.

Febbraio

Tom Veitch e Greg Irons

Il 6 febbraio (in ritardo di un anno a causa della pandemia) si conclude in Camerun la Coppa d’Africa 2021 di Calcio, vinta, per la prima volta, dal Senegal

Il 20 febbraio a Pechino si svolgono le Olimpiadi Invernali. La capitale cinese diventa la prima città ad aver ospitato sia una edizione estiva che una invernale.
Il 21 febbraio la Russia riconosce le Repubbliche Popolari del Doneck e di Lugansk, sancendo la loro indipendenza dall’Ucraina. Detta così sembra una cosa lontana. Nella stessa giornata assistiamo al bombardamento dell’antenna delle telecomunicazioni di Kiev. Tre giorni dopo inizia l’invasione russa dell’Ucraina.
Le sanzioni alla Russia colpiscono subito i punti nodali: lo SWIFT, la Società per la Telecomunicazione Finanziaria Interbancaria Mondiale, e la FIFA, la Federazione Internazionale delle Associazioni del Football; banche e calcio.
Il 27 febbraio Putin ordina lo stato di massima allerta per le forze di difesa nucleare. Sono passati 54 giorni dalla dichiarazione congiunta del 4 gennaio.

Il 28 febbraio lo IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, pubblica la seconda parte del suo report periodico che si chiude con un’affermazione perentoria: molti degli impatti prodotti dal nostro consumo sconsiderato di risorse stanno per diventare “irreversibili”. La congiuntura mondiale è tale da far passare la notizia in secondo piano.

In febbraio muoiono Monica Vitti, Mino Milani, Ivan Reitman e Tom Veitch.

Il cinquantesimo numero di QUASI web edition ha come tema “Il lupo, il pelo, il vizio”.
In febbraio esce il quadernetto di QUASI dedicato a Wonder Woman.

Marzo

Julie Doucet

Per tutto marzo l’invasione russa dell’Ucraina prosegue nel suo terribile incedere. Mentre Volodymyr Zelensky si candida a diventare un eroe popolare, sentiamo nei racconti degli amici la sofferenza dei profughi ucraini che cercano di raggiungere i confini.
Una risoluzione ONU deplora l’invasione dell’Ucraina e chiede inutilmente alla Russia di cessare le ostilità.
Intanto impariamo malamente la geografia ucraina seguendo l’avanzata e gli attacchi dell’esercito russo: Kherson, Zaporizhzhia, Mariupol… Città che ricordiamo per gli attacchi e per il numero di morti.

Il 31 marzo 2022 si chiude a Dubai l’Expo 2020.

Il 17 marzo Julie Doucet vince il Grand Prix di Angoulême 2022. Come scrive Titti Demi: «un’estetica punk, volgare, riot invade la piccola cittadina francese. Fluida, fragorosa, nera e appiccicosa come quel sangue mestruale della Doucet gigante che invade i palazzi, mentre lei esce in cerca di un tampone. Come quei fluidi del corpo che entrano nei suoi fumetti e che ci fanno godere come maialini nel leggerla.»

In marzo muore William Hurt.

Il cinquantunesimo numero di QUASI web edition è dedicato alle “Zanne”.

[continua domani]

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