La bestia e la bella

Quasi | Posteria |

«Voi di QUASI,
Vi mando questa mail, sicuro che non la pubblicherete. Fingete una grande apertura al dialogo ma poi pubblicate stralci di commenti dei lettori e dei vostri amichetti, contrapponendoli a quelli dei pochi detrattori che hanno il coraggio di scrivervi. Così vi costruite ad arte delle lettere finte, che sembrano vere e che fanno sembrare scemo chi vi critica. Proprio per evitare che facciate questo gioco con me, vi ingiungo di non pubblicare il mio nome sul vostro blog.
Ormai uscite da oltre due mesi e un’idea ce la siamo fatta. QUASI è un concentrato di ipocrisia, proprio come assolutamente ipocriti sono Battaglia e Interdonato. Ed è un’ipocrisia programmatica, come mi appresto a dimostrare, partendo dalla pagina che spiega “Cos’è QUASI”.

“QUASI è una rivista di critica del fumetto ed è consapevole che, per esercitare questa funzione, l’unico approccio possibile è quello della militanza. Per farlo cerca di usare la strumentazione più ampia possibile, fino a ottenere letture che siano capaci di fornire istruzioni per l’uso delle narrazioni e dell’oggi.”

Potreste parlare di strumenti se solo ne aveste qualcuno. Avete seminato il panico con stroncature immotivate, ma avete sempre lasciato intendere un grande impegno sociale e politico (sempre dalla parte giusta, quella degli intellettuali di sinistra). Non riuscite a intuire quanto siete antipatici a tutti, perché nessuno ve lo dice in faccia, terrorizzato dalla possibilità che il suo lavoro sia demolito con una frasetta sarcastica. Ma alle vostre spalle, di voi si parla continuamente. Non siete considerati due critici con un sacco di strumenti, una ricca cassetta degli attrezzi come dite voi, ma due stronzi carichi di boria, che esprimono posizioni prive di senso della misura.

“QUASI parla solo del bello, del buono e dell’utile. Sta alla larga dai testi che dovrebbe necessariamente stroncare, non per aver aderito all’affascinante fatalismo borgesiano che insegna che «l’oblio è la miglior vendetta», ma perché ha imparato da Andreu Martin che «se mangi chorizo, poi puzzi di chorizo».”

E in questo modo potete permettervi di non parlare delle cose che non capite e di continuare a leggere i pochi fumetti che avete in casa, senza mai costringervi a capire le cose nuove.

“QUASI non dà spazio a rabbia, sfoghi personali, comunicati stampa, gallerie di immagini, guide alla continuity di serie troppo articolate, elenchi degli otto dieci dodici momenti che meglio rappresentano un evento innecessario.”

Un attacco frontale ai siti di informazione sul fumetto che fanno un ottimo lavoro di informazione e di divulgazione di tutto ciò che riguarda il mondo del nostro amato fumetto.

“QUASI non tributa al fumetto alcuna centralità nella vita e nel mondo. Lo considera un modo del racconto straordinario e straordinariamente vitale che non rappresenta in alcun modo la vita. QUASI crede che il fumetto aiuti a vivere meglio.”

Un’ipocrisia quasi appiccicosa. Il fumetto è marginale ma voi parlate solo di quello.

“QUASI è una rivista ed esige che tutti i suoi contenuti siano letti come se fossero tenuti insieme da un filo rosso visibilissimo. Il quadro d’insieme è dinamico, instabile, mosso e approssimativo.”

Come vi permettete di esigere qualcosa? Siete meno di niente.

“Per questo motivo QUASI si chiama QUASI.”

Dite che la vostra è una “Rivista che non legge nessuno” e sperate che i lettori ridano del paradosso. Io leggo ed esisto, ma nascondete così la vostra ambizione che è tutta nella parola “rivista”. Fate un blog! Un sito che non legge davvero nessuno! Non è una rivista!

“QUASI è un progetto di Boris Battaglia e Paolo Interdonato.”

I faccioni sorridenti dei due direttori, resi simpatici dal disegno di un servitore obnubilato dal potere, dovrebbero suggerire al lettore l’idea di trovarsi di fronte a un sito autorevole almeno quanto lo sono i due curatori. Avete mancato il bersaglio: si capisce subito che il sito è ipocrita come voi.
Senza alcun rispetto
MF»


Caro MF,
Tutto chiaro. Solo una domanda… Perché tanto odio?

«Bella, questa QUASI. La voglio! Mi abbono!
Io che sono frivola, ma non mi identifico nelle pagine delle riviste glitterate; che amo riempirmi gli occhi con il bello, ma amo la sobrietà grafica; che mi diverto pensando, ma ho bisogno di sgomberare la mente dai troppi pensieri; io che sono una malinconica ottimista e adoro l’agrodolce; io, che trovo inutilmente noiosetti i tavoloni “novità'” delle librerie e che ho difficoltà ad appassionarmi alle riviste, ma che in fondo al cuore ho sempre invidiato “quelli che attendono con ansia l’uscita del nuovo numero della loro pubblicazione preferita”… lo devo ammettere, per QUASI è stato amore a prima vista.
Finalmente un’idea che esprime con linguaggio semplice concetti intelligenti e per nulla qualunquisti, che rilassa la mente usando dei contenuti (e con i tempi che corrono non è poco), che considera il lettore un essere pensante e lo tratta con il rispetto che merita.
Mi piace molto il tematizzare la necessità editoriale di “basso costo” e “bassa risoluzione”, ma allo stesso tempo il comunicare un’ondata di positività – assolutamente in controtendenza con la crisi che stiamo attraversando – proponendo un “ottimismo attivo”, che con ricette pratiche porti davanti agli occhi quel pulviscolo di cose belle che sfuggono al passeggero frettoloso.
Soprattutto ultimamente sembra che il sentirsi inermi pedine passive stia pervadendo gli animi; io che invece ho un’indole da film di Frank Capra e penso che “La vita” sia veramente “meravigliosa”, ho letto con vero piacere QUASI, pensando che non è necessario urlare, perché è molto più bello chiacchierare sommessamente. E le cose belle ci sono eccome: basta non accontentarsi passivamente e muovere le mani.
Io amo alla follia Alessandro Bergonzoni e apprezzo molto chi sa fare un uso giocoliere delle parole, quindi oltre ai contenuti in quanto tali, ho gustato lo stile espressivo pimpante in cui si riconosce il parlato sornione.
Morale: complimenti a tutta la redazione e a questo punto.
SC»


Cara SC,
siamo senza parole
.

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Una risposta su “La bestia e la bella

  • claudio calia

    Mi permetto solo di lasciare due incisi a MF:
    1) Almeno il 50% dei direttori di quasi sta antipatico pure a me, che sarei l’editore. Ci avrò visto qualcosa, chissà, non riesco a non essere interessato a quello che scrivono, setacciano, mostrano. Ho una buona opinione della curiosità. Dei miei lavori non parlano – e conoscendo i presupposti della rivista dovrei farmi una ragione del perché -, e con il 50% antipatico ebbi pure a che ridire su concetti quali libertà di espressione e svastiche. I miei fumetti saranno così così ma fidatevi, quello di sinistra tra i tre sono io, e su Quasi neppure ci appaio. Sentitevi liberi di acquistarla ovunque vi collochiate.
    2) “Acquistarla? Come si fa ad acquistare un blog?” Quasi é una rivista, il primo numero é in stampa. Non ci sbracciamo in previsioni perché sappiamo che la tipografia può fare ritardi. Possiamo con un certo margine di sicurezza affermare che ad agosto chi vorrà si potrà sollazzare sfogliandola in spiaggia.
    Tanto dovevo,
    affettuosi saluti,
    c.

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(Quasi)