Scopri il reazionario che è in te

Quasi | La cassetta degli attrezzi |

Articolo di Antonia Caruso e fumetto di Nicoz

Non troppo tempo fa un uomo adulto ha fatto un commento sessista verso una fumettista trans. Poi l’ha fatto anche Filippo Scozzari.
Molte persone (diciamo, molti uomini, dato demografico non indifferente) che gravitano intorno al fumetto hanno così potuto sfoggiare le loro capacità di analisi usando l’intera esistenza di Scozzari come corpus da sezionare per vedere se già ci fossero dei germi nel passato. Su quanto in fondo a Scozzari fosse concesso, perché dai si sa che è così, era un reazionario, era un ragazzaccio, su quanto prendersela per il suo commento sia infantile, su quanto non bisogna inneggiare a eliminare la storia di frigidaire, e poi sì ma Pazienza? Eh sì ma Tamburini?
Ho l’impressione anche che ci siano state persone che abbiano preso le difese di Scozzari pur di attaccare Fumettibrutti.
Le reazione scomposte all’uscita del poster di Lucca Games fatto da Fumettibrutti ha messo in luce la transfobia nascosta o meglio latente di una certa popolazione che affolla fiere e negozi di fumetti. In fin dei conti la transfobia è sempre latente, finché non si palesa.

Fumettibrutti è arrivata al successo rompendo una serie di cose.
È una donna che parla apertamente di sesso, è una donna trans, è una donna pubblicamente ambiziosa e fintamente modesta rispetto alla sua immagine e alla sua carriera, è una fumettista che è arrivata a imporsi in maniera massiccia nel mercato del fumetto parlando praticamente solo e unicamente di sé e del suo desiderio, cosa che ha gettato nel panico decine e decine di maschi poco avvezzi a racconti così espliciti sui cazzi-visti-da-fuori e sul desiderio femminile.
Detto ciò Scozzari, le sue posizioni e il suo uso dei social sono solo un sintomo di un problema talmente grande che non riusciamo a vederlo. Possiamo criticare e distruggere Scozzari come un vecchio rincoglionito, un boomer, un reazionario ma dietro di lui ci saranno sempre le sopracitate decine e decine di persone che avranno atteggiamenti sessisti, misogini e transmisogini (cioè, spieghìno, misogini verso le donne trans).
Fumettibrutti è stata solo la prima fumettista apertamente trans e sta diventando il capro espiatorio di molti peccati, il peggiori dei quali è quello di non rispettare certuni canoni del bel disegno.
Per chi non se ne fosse accorto i social hanno amplificato i discorsi d’odio (detti anche hate speech), e accorciato le distanze tra le persone talmente tanto da permettere a uno Scozzari qualsiasi di attaccare pubblicamente una Fumettibrutti qualsiasi.
Su questo piano sono quasi due figure archetipiche e non stento a credere che ci sia già un qualche mito greco o cinese che parla di questa storia.
Come chiunque nasca e viva su questa terra, anche Fumettibrutti è criticabile sul piano artistico. Non fosse che una critica del fumetto che non sia rancorosa in Italia non si sa bene dove sia, e soprattutto non fosse che il troll-denominato-scozzari ha deciso di a)usare il doppio pronome come un insulto b)fare un commento violento sotto un post sulla violenza contro le donne il giorno della giornata mondiale contro la violenza di genere e dei generi (uso la denominazione a me più politicamente vicina).

Comunque a scanso di equivoci non propongo né ora né mai un’azione revisionista con finale piromane. Teniamoci strette le nostre copie ingiallite di Frigidaire, che riviste del genere chissà quando le rivedremo.
È troppo comodo concentrarsi su Scozzari e non vedere cosa c’è intorno. L’Italia è un paese particolarmente sessista e l’ambiente del fumetto non è tra gli ambiti che si distinguono maggiormente.

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