Spirito a pezzi

Paolo Interdonato | Una pietra sopra |

Articolo pubblicato originariamente su “Pool” sul finire del 2009.

“Il Grande Fratello” è arrivato al traguardo della decima edizione e non ha neanche il fiatone. La prima puntata della nuova sessione di prigionia nella casa ha vinto, lo scorso 26 ottobre, la gara dell’auditel. Quasi 8,5 milioni di spettatori hanno dimostrato di preferire il reality show  alla vita. Le immagini che meglio raccontano la scorsa edizione del Grande Fratello sono state a lungo tra le più cliccate della rete italica: Cristina Del Basso che alla fine della doccia si strizza, con praticità e senza dolore apparente, tette e reggiseno. Nel caso non lo sapessi, la Del Basso, in questi giorni protagonista di uno degli innumerevoli calendari poco venduti e molto visti su repubblica.it, è la tettona. Caratterizzarla in questo modo non è un atto di disprezzo nei confronti della sua intelligenza. Non può esserlo. La casa è un “Panopticon”, un luogo di reclusione in cui si vede tutto, che non è stato destinato ad accogliere esseri umani verso cui muovere empatia. La casa ospita mostri.

La parola mostro, sottolinea lo studioso di punk e tecnologie Antonio Caronia, affonda le proprie radici etimologiche tanto in monstro, “faccio vedere”, quanto in moneo, “metto in guardia”. “Il Grande Fratello” è uno straordinario freak show i cui partecipanti vengono esibiti in virtù di un loro specifico attributo caratterizzante, capace di intrattenere, commuovere e produrre sollievo come solo la diversità può fare. Una caratteristica dominante che renda il recluso spettacolare e realityshowizzabile: il cieco, la hostess delle proteste, lo slavo buono, la donna delle tragedie, la vice miss Italia, il gay, la transgender, il cattolicissimo, …

Custer è un’attrice bellissima. Come Cristina ha tette stupende ma, al contrario della concorrente del “Grande Fratello”, le mostra con naturalezza e senza morbosità. Le mostra a tutti. Perché, come Cristina, ha venduto la propria vita a un network televisivo che la segue continuamente con telecamere invisibili. Nella sua vita, raccontata da Carlos Trillo e Jordi Bernet in una breve serie a fumetti del 1985, Custer incrocia solo disperazione e degrado morale. L’umanità le è stata negata nel momento stesso in cui ha firmato il contratto con la CBN. Ora le si avvicinano solo comparse e debuttanti in cerca di notorietà istantanea.

Anche Caroline Meredith è bellissima. Ha il volto e il corpo di Ursula Andress e deve uccidere Marcello Poletti, interpretato da Mastroianni. Non c’è nulla di personale: è solo un gioco, la “grande caccia”. Di più. È “il” gioco, la forma definitiva di intrattenimento cui affluiscono partecipanti da tutto il mondo in cerca di fama e denaro. È la valvola di sfogo sociale che i governi della terra hanno aperto per controllare le pulsioni alla violenza dell’umanità. Per garantirsi i migliori incassi, Caroline vende la sua Decima vittima (è questo il titolo del film che nel 1965 Elio Petri ha tratto da un racconto di una dozzina d’anni prima di Robert Sheckley). L’uccisione di Marcello dovrà avvenire sul set della nuova pubblicità del Tè Ming, girata in una suggestiva location del Tempio di Venere, di fronte al Colosseo.

Sebbene sia difficilissimo definirla, la pornografia nasconde la propria vera natura nell’ossessione per la visibilità assoluta. L’oggetto del desiderio deve essere completamente accessibile alla vista. Nessun particolare della meccanica dei corpi e delle secrezioni deve essere nascosto. Le posizioni innaturali assunte dagli attori mentre lavorano e le eiaculazioni sulla pelle hanno lo scopo, appunto panottico, di far vedere tutto. Ed è questo – e non la mercificazione del privato – l’elemento che accosta maggiormente “il Grande Fratello” alla pornografia: l’annullamento della distanza dall’oggetto del desiderio. È il fatto che la nostra libidine di spettatori venga accesa da un simulacro della vita è, francamente, spaventoso.

Decisamente meglio youporn.com.

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