Guerrillas di Brahm Revel

Stefano Tevini | Due calci al balloon |

Vorrei incontrarti fra (meno di) cent’anni: un fumetto che mi piacerebbe venisse tradotto tipo ieri

Sono sul punto di esprimere un concetto trito e ritrito, banale e un pochino pedante ma:

  1.  ‘sticazzi
  2. è vero, e mi serve per l’intro del pezzo. Quindi ‘sticazzi.

Saper leggere in inglese ti apre ventordici milioni di porte. Specie se leggi fumetti. Io e la lingua inglese ci siamo stati simpatici fin da subito, l’ho imparata istintivamente e mi ha dato più soddisfazioni di un numero uno di Dylan Dog (originale, mica ristampa) trovato a due euro su un banchetto di libri usati (anche perché se cercassi soddisfazione nel Dylan della gestione Recchioni avrei tempo di farmi ricrescere i capelli lunghi con le treccine che portavo a sedici anni. Così, a caso, per fare un po’ di polemica che se no pare che mi sto rammollendo).

Per esempio, mi godo l’abbonamento a Marvel Unlimited. Per una cifra ridicola, meno di settanta euro l’anno se una memoria compromessa dall’età e da una gioventù moderatamente dissoluta non mi fa difetto, ho a disposizione un volume sterminato di fumetti della Casa delle Idee, un catalogo sempre aggiornato con tutte le novità e continuamente ampliato per quanto riguarda gli arretrati. Tipo che ci ho messo una settimana scarsa a ripagarmi l’abbonamento di un anno, e pagando singolarmente tutti gli albi letti sarei in debito fino ai novant’anni. Di mio nipote. Contando che non ho ancora fatto un figlio. Soprattutto considerando il fatto che gli albi Panini costano una fucilata (giusto perché in questo pezzo la polemica non ce la vogliamo proprio far mancare). Oppure mi godo senza problemi fumetti fighissimi che qui in Italia hanno avuto una storia editoriale travagliata e magari incompiuta, come Mind MGMT di Matt Kindt, crudelmente seviziato da Panini Comics (che a questo punto sevizierà anche me), che fa gran figura sulle mensole della mia libreria nella sua edizione Dark Horse in sei goduriosi volumi cartonati.

Cotanto sproloquio per dirvi che sono incappato in un’altra figata cosmica: Guerrillas, di Brahm Revel. Il volume a mie mani, edito da Oni Press, è un omnibus che contiene la serie nella sua interezza. Revel ha lavorato per case editrici come Marvel (Marvel Knights: X-Men) e IDW (Teenage Mutant Ninja Turtles) e risiede attualmente in Europa. Guerrillas è un suo progetto creator owned e racconta di una squadra di scimpanzé addestrati militarmente impiegati dall’esercito americano in Viet Nam. Inseguiti dal fratello gemello del loro creatore, figlio di un soldato nazista che a sua volta ha lavorato su un babbuino assassino, gli scimpanzé, capitanati dal maschio alfa Goliath, prendono sotto la loro ala protettiva John Francis Clayton, l’ultimo supersite di una squadra di marines falciata dal fuoco dei Viet Cong. Mentre Clayton diventa parte del branco, con cui condivide gioia e dolore, il babbuino Adolf, rivale di Goliath, scivola in una spirale psicotica di violenza che rivela la crudeltà degli esperimenti compiuti su di lui per renderlo una macchina da guerra spietata e letale, in attesa di incontrare il suo nemico giurato e ucciderlo.

Scritto con un ritmo allucinante, via via sempre più serrato e nervoso, Guerrillas è una metafora estremamente potente della de umanizzazione che sta alla base della filosofia formativa dei corpi militari che mandano dei ragazzi giovani a fare a pezzi altri ragazzi giovani che non gli hanno fatto nulla e che, magari, avrebbero altro per la testa.

Ma la guerra, come lo show, deve continuare, quindi va trovato un modo per sostituire l’umanità delle persone con una directory mentale che li renda adatti al loro compito. E non importa se detta umanità ogni tanto torna fuori, si torna in laboratorio, si scarta l’esperimento sbagliato e si trovano nuove strategie che permettano al sangue di scorrere.

Brahm Revel è un fumettista completo con una padronanza spettacolare della materia. Non ci trovi un buco, nel suo modo di fare fumetti: la caratterizzazione dei personaggi, la trama, il sopracitato ritmo, funziona tutto, persino il tratto che, essendo l’opera stata realizzata in un lasso di tempo piuttosto lungo, varia significativamente dal primo all’ultimo volume della serie, dandole un aspetto discontinuo ma sempre bello da vedere e in sinergia con l’atmosfera. Diciamo che cambia il Brahm Revel illustratore, ma la sua capacità di raccontare per immagini resta lì, bella solida e completa, un jack of all trades che però eccelle in tutto.

Ecco, io il volume ce l’ho ma mi piacerebbe vederlo tradotto da noi. Tipo subito. Tipo ieri, possibilmente. Perché volumi come questo aumentano il livello di una scena fumettistica. Migliorano la capacità di fare fumetti, ma anche di leggerli, perché trovo innegabilmente vero che ciò di cui ci nutriamo, in tutti i sensi, fa di noi quel che siamo. Se mangi spazzatura, restituisci al mondo spazzatura. Se mangi Guerrillas, restituisci al mondo qualcosa di bello.

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(Quasi)