Capa, per la distruzione del fumetto!

Viva Max Capa | Viva Max Capa |

di Michele Mordente
(estratto da Spaghetti Comix, Nuvole Sotterranee, in preparazione)

A Max Capa va il merito di aver creato la prima rivista di fumetti underground.

Nella primavera del 1971, Capa è a cena dallo scenografo Poppi Ranchetti, con Mizio Turchet e altri. Ha appena pubblicato alcuni suoi lavori sul mensile umoristico delle edizioni Insubria “Humour” e gli è stato proposto di progettare un inserto per il giornale, con vignette e fumetti nuovi e alternativi. Durante la cena si discute dei contenuti, ma anche del nome da dare all’inserto. C’è chi suggerisce “La Puzza”. Capa, da parte sua, alleggerisce i toni e ne propone una versione tronca, che somiglia all’onomatopea di un fumetto: “Puzz”!

Copertina della rivista umoristica su cui Puzz esordisce come inserto staccabile.

Nel numero seguente del mensile, la testata “Humour” presenta l’aggiunta “& Puzz”, disegnata da Capa, assieme col sottotitolo “contro giornale”. La copertina illustrata da Turchet raffigura un ridanciano Buddha al centro di una ruota del Dharma, circondato da buffi personaggi in stile clownesco, tra spiritualismo orientale e lotta armata sudamericana. All’interno, l’inserto centrale di ventiquattro pagine staccabili contiene tavole a fumetti e disegni di Capa, Ranchetti, Turchet, Claudio Mellana, Tiger Tateishi e Renzo Angolani. Illustrazioni tra il surreale e l’allucinato, che sembrano riprodurre visioni ipnagoghiche o esser frutto dell’effetto di sostanze psicotrope. Una jam session di Ranchetti con Turchet e Capa, ad esempio, dà vita a tavole che scardinano provocatoriamente il tradizionale senso di lettura con vignette che “esplodono” invadendo la pagina stampata. L’ispirazione viene dalla stampa underground, non per l’influenza stilistica quanto per la spinta a rompere gli schemi classici e produrre fumetti non convenzionali, andando oltre l’editoria tradizionale rappresentata in Italia dalla rivista “Linus” da un lato e dall’altra dal fumetto popolare di “Tex” e “Diabolik”.

Copertina di “Puzz” n. 2. L’inserto di “Humour” abbandona la testata ospite per divenire la prima rivista underground di fumetti in Italia.

La liaison di “Puzz” e “Humour” è effimera. La strana creatura di Capa non trova il gradimento dei lettori e gli autori sono immediatamente messi alla porta dall’editore. Nel numero seguente dalla copertina della rivista umoristica scompare la scritta “Puzz”. Capa e compagni decidono, quindi, di tentare la strada dell’autoproduzione e, nel giugno 1971, nasce il “controgiornale di sballofumetti” “Puzz”, primo magazine underground italiano di fumetti, edito dalla sedicente casa editrice La Puzzolente. Pubblicata con periodicità irregolare, la rivista di “fumetti fuori schema” vede tra i più assidui collaboratori, assieme con quelli citati in precedenza, Graziano Origa, Pietro Carnelutti, Enzo Jannuzzi, Andrea Rauch, Giancarlo Pavanello e Nuele.
Pur nella diversità degli stili, i fumetti di “Puzz” sono caratterizzati da trame nonsense con una forte connotazione politica, alla ricerca di un nuovo genere di comunicazione filosofico-artistico-visivo.
I disegni risentono dell’influenza delle avanguardie storiche, principalmente del Dadaismo, e della Pop art. Alcune pagine sono realizzate con la tecnica del détournement cara ai situazionisti, senza una sceneggiatura preliminare, ma con collage di vignette anche di autori diversi su cui vengono poi inseriti dei testi creati successivamente. La critica di “Puzz” alla società contemporanea passa anche attraverso queste nuove forme espressive adottate e “Puzz” è così alternativo a ogni forma di fumetto e narrazione tradizionale da non essere pienamente recepito neanche dagli stessi lettori. Pur tuttavia, riesce a sopravvivere fino al 1975, con una ventina di uscite e un discreto numero di speciali, con vario formato e foliazione, alternando offset a eliografia. Tra gli extra, tre albetti spillati a fumetti firmati da Capa: Lampi d’amore di una macchina da cucire per un ombrello rosso su un tavolo anatomico coperto di fiori (1972), L’elefante a rotelle (1973) e Mille puzzole ubriache (1973). In questi, come nelle altre storie a fumetti di Capa, ricorrono i personaggi di Folaga, un uccellaccio nero che parla con gli alberi, e Topolaccio, una sorta di Topolino disneyano alla maniera di Capa.
Nel tempo, il situazionismo degli inizi ha assunto in “Puzz” approfondimenti sempre più esasperati, cedendo il passo a una critica negazionista ultraradicale, col rifiuto della definizione di underground e l’esplicito proclama “per la distruzione del fumetto”.
Questo è particolarmente evidente nelle riviste nate sulla scia di “Puzz”: “Gatti selvaggi”, del 1975, e “Provocazione”, del 1976, contro i cui redattori si scaglia la magistratura:

«Nel 1975 arrestarono ventitre di noi, tra cui Dino Meo (responsabile di “Gatti selvaggi” a Quarto Oggiaro), dopo alcuni moti che si erano verificati a Milano, Firenze e Bologna. L’accusa è di avere lanciato molotov contro una chiesa e la sede del PSDI. Anche io sono stato in galera, ma non c’entravo nulla con tutta questa storia. Tentavano di farmi arrestare come capo della banda dei sovversivi, ma non ci sono mai riusciti.»

Max Capa da un ritaglio di giornale di metà anni Settanta.

Dopo cinque anni di intensa attività, mentre il giornale termina il suo percorso, i fumetti di “Puzz” vengono antologizzati da Ottaviano ne Il manuale del piccolo provocatore (1976). I “banali fumetti di Puzz”, come recita il sottotitolo del volume, escono nella collana “L’altro segno”, assieme con la favola fantascientifica Le magie del multirobot capitale (giugno 1976), firmato da Capa, Marina Mele e Donatella Berra.
L’anno seguente, approda in libreria un nuovo progetto di Capa, la rivista quadrimestrale “Robota Nervoso” (“fantascienza e socialità”),  edita da La Salamandra, di cui escono due numeri a partire da luglio 1977. Per la sua critica sociale, Capa ha già da tempo contaminato il suo stile fantastico e bizzarro col genere della narrazione fantascientifica, in chiave ovviamente distopica, e non disdegna il racconto del reale storico e del presente. Per raggiungere un pubblico più ampio, nel novembre 1977, fonda le Edizioni Iguana e porta in edicola la rivista di fumetti “Apocalisse”. Del mensile, che si presenta come “rivista della Fantascienza, del Fantastico, dell’Apocalittico, dell’Avventuroso, dell’Ecologia, a Fumetti”, escono solo quattro numeri. Sempre delle Edizioni Iguana è il primo e unico numero di “Flashback”, dove a fumetti avventurosi e storici Capa affianca un inusuale recupero dell’underground classico (un episodio dei Freak Brothers), e il pocket per edicole e librerie La vera storia del Passator “cortese”, realizzato con Lorenzo Lepori, dove narra le vicende storiche del brigante romagnolo Stefano Pelloni.
Nei primi mesi del 1978 è disposto il sequestro de Il morto è in tavola, libro a fumetti sul terrorismo dell’ultimo decennio uscito l’anno prima per La Salamandra, firmato da Capa con il nome de plume di Luca Catilina. Intanto, le riviste in edicola non riscuotono il successo sperato e in breve chiudono.

Per sfuggire ai creditori o – come altri dicono – per timore di ritorsioni e minacce seguite all’uscita de Il morto in tavola, Capa decide di lasciare l’Italia e si trasferisce a Parigi. Qui, abbandona quasi del tutto la carriera di fumettista per dedicarsi alla pittura e alla grafica, fino alla sua scomparsa, avvenuta in punta di piedi, il 20 novembre 2023 in un ospedale di Parigi.


Michele Mordente, Omaggio a Max Capa.

Michele Mordente (Agropoli, 1968), operatore turistico, si occupa di fumetto di controcultura e satira come collezionista, studioso e editore indipendente. Ha collaborato come curatore, scrittore e traduttore con le case editrici Stampa Alternativa, Art Core, Coniglio, Comicon e Coconino. La sua prima produzione, nel 1999, è Mostri Italiani, le figurine dei serial killer e degli efferati assassini in Italia, con Stampa Alternativa, che gli valgono l’attenzione della stampa e un’interrogazione parlamentare che ne chiede il sequestro. Nel 2014 fonda le edizioni Muscles Edizioni Underground, con cui ha realizzato l’ambizioso progetto di Tutto Tamburo, la pubblicazione dell’opera omia di Stefano Tamburini. Nel 2023 Muscles muore e rinasce come Nuvole Sotterranee, con cui edita libri, cura mostre e promuove il fumetto nel territorio in cui vive.

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