Cerebus vol. 8: “Women” (ottobre 1992 – settembre 1993)

Omar Martini | La corsa dell’oritteropo |

Women costituisce la seconda parte del ciclo Mothers and Daughters e focalizza meglio il cambio di registro che si è iniziato a intravedere nel precedente libro. Il tema principale è la contrapposizione tra il concetto di “madri” e “figlie” (nonché, in senso generale e consequenziale, quello di famiglia) espressi dalle due fazioni femminili: le ciriniste, guidate dall’oritteropa Cirin, che vedono nella nascita il passaggio fondamentale dallo stato di “figlia” (considerato inferiore) a quello di “madre” (ritenuto quello ottimale), e le kevinilliste, guidate da Astoria, che hanno un’idea della donna più “equa” e che non posseggono una concezione sacrale del parto. Queste differenze sono espresse attraverso testi scritti che scandiscono la narrazione e illustrano in modo leggermente didascalico questi concetti, ma anche attraverso il comportamento delle due rappresentanti. È palpabile, da parte dell’autore, il giudizio negativo verso entrambe le fazioni e, in generale, verso la donna e quello che rappresenta, espresso anche esplicitamente quando Cerebus ricorda l’insegnamento di un suo antico mentore. Apparentemente, l’unica eccezione è Red Sophia, che sembra credere ancora nell’amore e nella possibilità di instaurare un rapporto paritario e sincero tra uomo e donna. Questa situazione compare però all’inizio del libro ed è quindi possibile, visto che questo lungo ciclo segna, come precedentemente detto, uno spartiacque nella direzione presa dalla storia, che Dave Sim abbia cambiato posizione nel corso della realizzazione della storia.

L’idea, poi, che i singoli capitoli di questo ciclo, assieme al volume successivo, compongano una frase “nascosta” (“Women read minds, guys”), viene esplicitata due volte: viene pronunciata all’inizio, durante un incontro che Cerebus ha con la versione della scrittrice Gertrude Stein che ne dà Sim, e poi verso la fine, quando Cirin usa il suo potere per inviare messaggi telepatici nelle menti degli abitanti di Iest.

Da un punto di vista narrativo, vengono portati avanti quattro filoni: la “rinascita” di Astoria dopo la prigionia (e lo stupro subito da parte di Cerebus); il tentativo di mantenere il potere da parte di Cirin e di concludere il rito dell’Ascensione, che Cerebus non era riuscito a portare a termine in Church & State; la comparsa della nuova incarnazione di Artemis Roach, che questa volta mette alla berlina i personaggi di Sandman e Death, nell’interpretazione che ne aveva dato Neil Gaiman; Cerebus, che continua a vagare, leggermente stordito, dopo l’esperienza mistica del libro precedente.

Dal punto di vista del disegno, si notano due cose fondamentali. La caratterizzazione dei personaggi tende a diventare più grottesca (per esempio, nelle scene di “folla”, in cui numerose persone esprimono le proprie idee, vediamo solo occhi e labbra ben caratterizzate, in modo da dare un’idea, pur non mostrandole, di come possa essere il loro aspetto). Se consideriamo, infatti, come sono disegnati gli uomini e le donne, tra i primi nessuno è rappresentato in modo “normale”, mentre tra le donne, quelle che si distinguono sono solo Astoria, Jaka e Red Sophia. L’altro elemento importante è un’attenzione maggiore nella costruzione della tavola, che si esprime attraverso un’impostazione rigorosa che ha le sue periodiche “infrazioni” quando è necessario (doppie tavole in cui le vignette hanno forme anomale; suddivisione di una scena in più vignette; ecc.). In questo modo si mantiene una varietà e una dinamicità equilibrata che non è più fine a se stessa, ma funzionale al racconto: tutto questo tocca il suo apice nella sequenza finale, lunga circa quaranta pagine, in cui i filoni narrativi si uniscono e culminano nel colpo di scena che ci introduce al capitolo successivo della storia, Reads.

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