Lo Schmilblick e il presidente

Boris Battaglia | Ce ne sarà per tutti |

C’è un precedente.
Nel secondo volume di Visa Transit, seguendo il filo dei ricordi che lo portano a un’estate della sua infanzia trascorsa sulle rive di un lago, Nicholas De Crecy racconta di quando lui e suo cugino (quello che lo accompagna nel viaggio sulla Visa) si divertivano a prendere in giro i villeggianti proponendogli un oggetto assurdo e inutile, costruito da loro con rametti ed elastici e che chiamavano “Le Chôr”. Nel flusso dei suoi pensieri, l’autore collega quell’oggetto all’Odradek kafkiano, ma la sua memoria lo inganna. L’Odradek inventato da Kafka (se non l’hai mai fatto, leggiti assolutamente il racconto Il cruccio del padre di famiglia) non è un oggetto, è un piccolo essere vivente, una creatura dalla forma assurda benché completa, che infatti Borges includerà nel suo Manuale di zoologia fantastica.
Credo che l’origine di quel gioco ricordato da De Crecy, non abbia nobili quarti letterari, ma si trovi piuttosto in quell’oggetto di uso comune in Francia che è lo Schmilblick. Se adesso ti è venuta la curiosità di sapere cos’è questo Schmilblick, prendiamoci una pausa che te lo racconto.

«È durante la lunga notte tra il 21 novembre e il 18 luglio di quello stesso anno, che i fratelli Fauderche progettano questo straordinario oggetto, la cui concezione rivoluzionaria rischia di sconvolgere tutte le leggi conosciute sia nell’ambito della fisica nucleare che in quello della ginecologia astronomica. Ora, dato che gli inventori ne hanno depositato il brevetto presso l’Accademia delle Scritte sui Muri e l’Ufficio Premi Letterari per scrittori raccomandati, posso elencarvene qui le incredibili caratteristiche.
Lo Schmilblick dei fratelli Fauderche è, devo sottolinearlo, assolutamente integrale, vale a dire che può fungere sia come Schmilblick da interno, grazie alle ridotte dimensioni delle sue gorgomocche, sia come Schmilblick da esterno, grazie alla mostoblazione delle sue due glottosfere, che gli permettono di urnimbottinarsi le istioplocche anche alle temperature più basse.
Lo Schmilblick non serve assolutamente a niente e proprio per questo è così utile.
Tanto di cappello a questa geniale invenzione che, domani o al più tardi dopodomani, farà germogliare il frutto di quel fecondo cemento che spalancherà il portone a due battenti del migliore dei futuri che se ne sta incistato nel peristilio di un mondo completamente nuovo.»

Ho fatto il furbo. Te l’ho fatto raccontare da chi se lo è inventato. Quella che hai appena sentito è la voce di Pierre Dac, in un monologo che negli anni Cinquanta recitava in radio, in televisione in tutti i suoi spettacoli in teatro.
La sua voce era conosciutissima in Francia. Attore comico e autore satirico famosissimo negli anni Trenta, raggiunge Londra nel 1943, dopo una serie di incredibili peripezie per sfuggire alla deportazione nazista (il suo vero nome era André Isaac). Qui, tramite De Gaulle, viene subito precettato da Radio Londra all’interno di una trasmissione satirica contro il governo di Vichy, trasmessa quotidianamente e seguita in Francia da chiunque avesse sentimenti antinazisti e un apparecchio radio a onde medie.
Dopo la liberazione torna a Parigi, dove diventa uno dei comici più apprezzati e seguiti di sempre. Nel 1965 ha un’idea geniale. All’inizio dell’anno fonda un movimento politico (il Movimento Ondulatorio Unificato) e l’11 febbraio rende pubblica la propria candidatura alle elezioni presidenziali. Della sua squadra fanno parte Jacques Martin, Jean Yanne e René Goscinny, che in caso di elezione saranno suoi ministri.

Piccolo inciso: proprio sulla rivista diretta da Pierre Dac, “L’Os a moelle”, in quegli anni Goscinny aveva fatto esordire, su sue sceneggiature, Claire Brétecher.

Comunque.
All’inizio dell’estate la popolarità di Dac è in crescita tale da preoccupare i due candidati principali nella corsa per l’Eliseo: il presidente uscente Charles De Gaulle e il suo diretto sfidante, François Mitterand. Nei primi giorni di settembre uno strettissimo collaboratore del generale De Gaulle chiama Dac e gli chiede di smetterla di scherzare: è giunto il momento di ritirarsi. Per il rispetto che porta all’antico compagno e capo della resistenza antifascista Dac decide di rinunciare alla propria candidatura senza discutere.
Le elezioni le vincerà De Gaulle, ma non al primo turno come era convinto. Mitterand gli farà sudare ogni voto al ballottaggio.

Nel 1969 il produttore televisivo Guy Lux (l’inventore di Giochi senza frontiere) riprende l’idea dello Schmilblick per una trasmissione televisiva. Un gioco in cui due squadre di partecipanti devono indovinare il nome di oggetto misterioso ponendo domande sulle sue caratteristiche a cui il presentatore risponde solo in modo affermativo o negativo. La trasmissione avrà un grande successo ed è da questo momento che il termine entra a far parte delle espressioni idiomatiche della lingua francese, a significare un problema o una questione di complicata risoluzione o decifrazione.

Dieci anni esatti dopo la candidatura presidenziale di Dac, Coluche riprende l’idea della trasmissione di Lux, trasformandola in uno sketch esilarante in cui, rispondendo a una voce fuoricampo, interpreta diversi personaggi (tutti tipi sociologici), uno più originale dell’altro, che cercano di indovinare l’oggetto misterioso. Che si rivelerà essere un uovo.
L’uovo di Colombo. Per capire cos’era bastava pensarci.
Già.

Mi sa che è in questo preciso momento, ispirato da Dac e dal suo Schmilblick che Coluche comincia a pensare allo sketch più potente della sua carriera: quello della candidatura alle presidenziali.

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(Quasi)