Con l’equinozio d’autunno orami alle spalle, un fumoso bentornato su queste pagine ignote & ignorate dai più!

Siamo giunti a pagina 214, ecco il nostro Alessandro, episodio sei, che continua lo show:
«Con il supporto di Rutilano, Alessandro organizzò un’ambiziosa tre giorni di riti secondo la tradizione misterica […]. Questo grandioso spettacolo, con cadenza annuale, contribuì di certo a diffondere il fiorente culto.»
Ma dopo l’apice la caduta è prevedibile.

Pagine 215-224, capitolo cinque per The Soul sottotitolato “Il Giardino di Notte”. La nostra Adeline si ritrova preda di tormenti e ripensamenti, chiusa in casa a meditare sul suo percorso magico e sulla presunta minaccia apparsale in sogno. Solito rituale a base di funghetti, stavolta tralasciando qualche precauzione: il “viaggio” non pare dei migliori con l’incontro con una misteriosa malevola entità e conseguente paralisi del sonno. Segue un momento di rasserenamento e, direi quasi, di purificazione con visita al British Museum e contemplazione di una antica statuina sumera, legata in qualche modo al bad trip di Adeline. Segue nuovo rituale di evocazione, stavolta svolto in maniera più attenta, parrebbe. Il gran finale è rimandato al prossimo, conclusivo, episodio. Notevoli, come sempre, le illustrazioni di Coulthart, ça va sans dire.

Pagine 225-230, I Grandi Incantatori, dal trentesimo fino trentacinquesimo. Sei tavole per percorsi magici che portano in scena: l’esoterista francese Alphonse Louis Constant, noto con lo pseudonimo di Éliphas Lévi («Rendendo possibili successivi sistemi magici, Éliphas Lévi proietta un’ombra maestosa sull’occultismo moderno.»); Madame Blavatsky e la sua Teosofia; Samuel Liddell Mathers, figura fondamentale dell’esoterismo occidentale, tra i fondatori della Golden Dawn, alla cui storia e membri sono dedicate le tavole dalla 33 alla 35 con citazione di personaggi come William Butler Yeats, Algeron Blackwood e Arthur Machen, tra gli altri. Riporto a seguire il testo dell’ultima vignetta a pagina 230:
«Con divinità della Scrittura come Thot ed Ermes che regnano anche sulla Magia, la preponderanza di scrittori nella Golden Dawn non è forse sorprendente. Qualunque sia il giudizio sulle sue conquiste magiche, l’Ordine era senza dubbio una straordinaria Società Letteraria.»

Pagina 231, Alessandro settima tavola: ecco comparire Luciano, il “debunker”, probabilmente non del tutto affidabile, a cui dobbiamo gran parte delle informazioni sul mago serpentino; infine, il nostro abbandona le sue spoglie mortali.
«Sorprendentemente, il culto di Glicone sopravvisse ad Alessandro per oltre un secolo, il che suggerisce che i fedeli fossero degli incredibilmente creduloni, o forse avevano sempre inteso il burattino come una rappresentazione teatrale. Alla fine, a quanto pareva, lo spettacolo era finito.»
Sesta e ultima puntata (pp. 232-241) di Cose da fare in una giornata di pioggia, sottotitolo “Malpractical Magic”, ossia l’opposto di Practical Magic, Magia Pratica, si potrebbe tradurre come Magia Malpratica. Che dite? Aspettiamo l’edizione Panini per l’italica sentenza!
«La dicotomia esistente tra le aspirazioni della magia verso il trascendentale e i desideri terreni dei maghi è quindi palese. In questo capitolo finale di suggerimenti per alleviare il malessere di una giornata di pioggia, desideriamo esaminare i diversi modi con cui la magia è stata storicamente praticata e anche indagare le necessità etiche a cui tutte le attività volte a influenzare materialmente il mondo dovrebbero essere soggette.»

In questa lezione finale i Moore rimarcano la differenza tra magia “bassa”, focalizzata ai risultati materiali, e magia “alta”, indirizzata alla ricerca e all’arricchimento spirituale del praticante. Tra citazioni di John Dee, gli immancabili Crowley e Spare, Lon Milo DuQuette, Maya Deren, rituali Voodo e Chaos Magic, si sottolinea che:
«I sistemi magici basati interamente su risultati materiali sembrano considerare la magia come una forza moralmente inerte e neutra come l’elettricità, utile per alimentare i nostri elettrodomestici o sigilli magici, e non come un entità vivente che si potrebbe pensare abbia i propri scopi.»

Continua???