Le parole e le immagini: le une di fronte alle altre

Paolo Interdonato | Il fumetto di Babele |

Entro il 10 febbraio 1864, Dodgson termina la stesura definitiva. Le avventure di Alice hanno trovato una nuova collocazione: non più sotto terra, ma nel Paese delle Meraviglie. Il racconto ha anche trovato la giusta misura: agli originari quattro capitoli sono stati aggiunti diversi episodi che consentono al romanzo di trovare la propria struttura definitiva, rotonda e perfetta, assestata su dodici capitoli.

John Tenniel è un autodidatta che, sopendo una forte pulsione ad arti che sogna nobili, ha sottomesso il suo talento alla produzione di immagini funzionali ad altri testi. Accanto a una rispettata carriera da illustratore, i cui frutti già si possono gustare in una pregevole edizione delle Favole di Esopo e in una raccolta di ballate inglesi, ha accolto di buon grado l’invito di Mark Lemon, il direttore di “Punch”: non solo è diventato un vignettista per il settimanale satirico, ma ne è il disegnatore più rappresentativo.
Se diamo una rapida scorsa alle illustrazioni a penna di Carroll presenti nella prima stesura di Alice, vediamo il lavoro di un disegnatore che, pur non essendo dotato di grande padronanza tecnica, dimostra una enorme capacità nella scelta dell’istante da catturare e nella costruzione dell’immagine. Tenniel, osservando quei disegni, decide che la commissione è gestibile pur continuando a collaborare con l’usuale assidua frequenza a “Punch”.
Charles Lutwidge Dodgson e John Tenniel trovano presto un accordo: il celebre illustratore accetta di gratificare con il proprio autorevole segno il romanzo dell’insegnante di matematica. Ad aprile comincia a eseguire un lavoro che pensa semplice. Si ricrederà molto presto e vivrà sulla propria pelle il terribile scontro creativo tra le parole e le immagini.
Quarantadue illustrazioni accuratissime che, per essere concluse, richiedono oltre un anno di lavoro. Tenniel disegna direttamente sui blocchi di legno che saranno poi passati all’incisore per preparare l’articolato processo di stampa. La produzione dei disegni, di diverse forme e dimensioni in accordo ai requisiti posti di volta in volta da Carroll, richiede uno scontro continuo tra i due autori di Alice: arriveranno a odiarsi.

Degne di interesse le feroci critiche di Carroll, specie al rifiuto da parte di Tenniel di far posare modelle per le proprie illustrazioni. Copiare le persone messe in posa (o le fotografie fornite numerose da Dodgson) sarebbe equivalso, a detta del disegnatore, a vedere un insegnante di matematica intento a usare tabelline pitagoriche.
Stranissima la devozione con cui Tenniel rielabora le illustrazioni dilettantesche di Lewis Carroll, riprendendone impianto e struttura. Accontentandosi talvolta di ribaltare specularmente le immagine tracciate a penna nel manoscritto originario, quasi a semplificare il processo di incisione.
Stupefacente il legame inscindibile stretto tra Carroll, Tenniel e Alice. Per raccontare il seguito delle avventure della bambina, Attraverso lo Specchio, lo scrittore pretenderà l’ingaggio dell’illustratore, ritardandone la pubblicazione, fino a quando questi non sarebbe stato libero da impegni. Il rapporto tra i due sarà, ancora una volta, burrascoso e da quel momento non lavorarono mai più insieme, anche se Carroll, per tutta la vita, continuerà ad accostare tutti gli illustratori che avranno modo di lavorare sui suoi scritti con quella straordinaria pietra di paragone

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