Cerebus vol. 10: “Minds” (ottobre 1994 – novembre 1995)

Omar Martini | La corsa dell’oritteropo |

Minds è l’ultimo capitolo del ciclo Mothers & Daughters: conclude l’esposizione delle “teorie” di Dave Sim sulla donna e offre una “spiegazione” sull’origine dell’attuale Cirin e sul mistero legato alla natura ermafrodita degli oritteropi, rivelato nel volume precedente. Inoltre, la dilatazione narrativa di cui si era già avuto qualche assaggio in passato (per esempio, il dialogo tra Cerebus e il giudice alla fine di Church & State II, l’unità di luogo di Jaka’s Story e la lunghissima sequenza di azione a cavallo tra Melmoth e Flight) raggiunge il suo apice coprendo quasi l’intero libro. Tutto avviene nel vuoto dello spazio, prima con la lotta tra Cirin e Cerebus, e poi, quando rimane solo, con un ulteriore colpo di scena meta-narrativo: l’oritteropo parla con Dave, il suo creatore, deus ex machina nel senso letterale della parola, un dio che si dimostra tirannico, bugiardo e capriccioso, mettendo il proprio personaggio brutalmente di fronte alla fallacia della propria natura e ingannandolo su quello che sarebbe potuto essere il suo destino con Jaka. Alla fine della storia, c’è un azzeramento di quella che è stata la psicologia di Cerebus fino a quel momento, basato su una falsità, che avrà conseguenze importanti per il suo futuro.

Nonostante l’apparente staticità del luogo e della situazione, il disegno e la costruzione della tavola continuano a modificarsi e a evolvere, per cui tecniche diverse vengono usate di volta in volta per adattarsi alla materia che si sta narrando e renderla più dinamica possibile. Anche la forma dei balloon e il lettering continuano a essere utilizzati in modo creativo, rendendo la lettura del fumetto un’esperienza totalizzante perché ogni elemento che compone la tavola è disegno e parte integrante di quello che viene rappresentato: l’onomatopea (e a volte lo stesso lettering) non è solo una rappresentazione grafica che, per convenzione, attribuiamo a un suono che non possiamo sentire e che quindi ci immaginiamo, ma è disegnata in modo da trasmettere emotivamente quel suono che cerca di rappresentare. Così facendo, diventa parte del disegno, raggiungendo un livello ancora più elevato di astrazione: di solito consideriamo finzione, per esempio, la parola “crash” che all’interno della vignetta viene scritta con un font normale, ma se a quella onomatopea viene attribuita una “fisicità” allora diventa disegno (per esempio, le lettere sono formate da delle pietre) ed elemento apparentemente quasi indistinguibile da tutto quello che viene rappresentato nella vignetta. Di conseguenza, il nostro cervello non solo deve codificare l’onomatopea “crash” come un’astrazione che leggiamo e che sappiamo non esistere all’interno del mondo “reale” rappresentato all’interno della vignetta, ma deve anche separare una parte di quel disegno (quindi un elemento di quella realtà) da tutto il resto e riconoscerla come non esistente, non fisica.

Per quanto riguarda le collaborazioni esterne di Dave Sim, durante la serializzazione di Minds viene realizzata l’ultima apparizione di Cerebus fatta dall’autore al di fuori della testata principale, e cioè The face on the bar-room floor, disegnato a quattro mani con Eddie Campbell per il primo numero della testata Bacchus. Sim ricambierà il favore nel ciclo successivo, Guys, perché il personaggio di Bacchus è presente nella taverna dove riappare Cerebus, a seguito dell’accordo con il creatore Dave alla fine di Minds.

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