Gettiamo un po’ di luce sulle ultime puntate di questa mia magica lettura, facendo quattro chiacchiere con JOHN COULTHART, il fenomenale artefice dell’intera veste grafica del Bumper nonché di svariate illustrazioni e interventi. Ma già lo sapete, se seguite queste mie fumose ciance.

Il terzo episodio di The Soul col suo rituale sessuale è stato difficile da illustrare?
John Coulthart: Direi non più delle altre puntate.
Che cosa ci puoi dire sul fatto che, a parte l’illustrazione di apertura, hai realizzato dei piccoli disegni, vaporosi e col segno morbido, tutti iscritti in un cerchio? È stato un modo per comunicare un senso di intimità al lettore? Sono anche curioso di sapere della dinamica tra il sole, la luna e i triangoli posizionati nel bordo superiore delle singole pagine…
JC: Volevo variare un poco lo stile e il layout di ogni capitolo in modo da renderli diversi e inoltre da seguire in parallelo i progressi di Adeline sulla strada della magia. L’ambientazione nello studio di Alban suggeriva uno stile di disegno meno definito, come in bozza, al contempo evitando che le illustrazioni fossero troppo esplicite. Non ho problemi a realizzare immagini sessualmente esplicite, ma per questo libro non sarebbe stata la scelta giusta. Per The Soul non avevo alcuna direttiva su come i capitoli dovessero essere illustrati; quindi, i simboli in cima alle pagine sono una mia aggiunta, qualcosa che richiama ancora una volta la dimensione magica e i diversi personaggi. L’intersezione dei triangoli di Acqua e Fuoco è menzionata nel testo e così l’ho sviluppata come delle icone che rappresentano il rapporto sessuale tra Adeline e Alban. La vita interiore di Adeline è rappresentata dalla Luna; il triangolo d’Acqua è la sua vita esteriore. Alla fine del capitolo, i due triangoli si sono uniti, cosa resa possibile dalla precedente congiunzione degli elementi interiori (Sole e Luna) ed esteriori (Acqua e Fuoco).

Nella quarta puntata c’è un ritorno ad un approccio più classico. Nell’illustrazione a tutta pagina del palazzo lunare, ho percepito un po’ di Finlay, anche se è a colori. Ci puoi dire qualcosa su questa quarta sezione?
JC: Il principale elemento di novità del capitolo è il bordo della pagina che è stato adattato da quello realizzato da un Koloman Moser, un versatile artista e designer viennese. Il bordo è un altro elemento del periodo Art Nouveau, ma è un design insolito, sufficientemente astratto da prestarsi a diversi utilizzi. Un motivo così elaborato compensa anche la presenza di meno illustrazioni in questo capitolo. Non volevo allungare inutilmente la foliazione, ma volevo comunque inserire a tutta pagina l’illustrazione del Palazzo della Luna. Non pensavo allo stile di Virgil Finlay, ma l’immagine, tra tutte quelle presenti nel libro, è di certo quella più vicina alla tipica illustrazione fantasy.

Cosa poi dirci del mazzo dei Tarocchi semplificato che hai disegnato? Se ricordo bene, inizialmente il piano era di includere nel libro davvero un mazzo di tarocchi ideati specificatamente per l’occasione, credo come oggetto separato…
JC: Sì, nel 2007, quando il libro fu annunciato, José Villarrubia avrebbe dovuto realizzare un mazzo completo dei Tarocchi. Credo l’idea fosse di pubblicare le carte in modo da poter essere staccate e utilizzate come un vero e proprio mazzo. Oltre a rovinare il libro, i costi di produzione, in quel caso, sarebbero aumentati vertiginosamente, poiché le carte dei Tarocchi avrebbero dovuto essere stampate su una carta più pesante e poi perforate lungo i bordi. Alla fine, Alan e Steve decisero che inventare un intero mazzo di carte con 78 nuove illustrazioni fosse un’impresa a sé, soprattutto se si voleva aggiungere qualcosa di nuovo al vasto corpus di immagini già esistente nella storia dei Tarocchi. Alan mi disse in seguito che non credeva davvero che il mazzo di Crowley/Harris potesse essere facilmente migliorato, a meno di dedicare anni a lavorare sui nuovi disegni, escludendo tutto il resto. Tutto questo mi ha creato un problema quando ho iniziato a progettare il libro. L’eliminazione delle carte ha ridotto notevolmente il numero di pagine, eppure avevamo ancora un saggio sui Tarocchi che doveva essere illustrato. Dopo aver considerato un paio di opzioni, come provare a ottenere i diritti di carte i cui disegni sono ancora protetti da copyright, ho deciso di usare due mazzi contemporaneamente: uno molto antico e l’altro, con i miei disegni, molto moderno. Questo ha comportato diversi vantaggi: oltre a far vedere come l’iconografia dei Tarocchi possa funzionare in modi diversi, i disegni mostrano le due principali disposizioni degli Arcani Maggiori, una con le icone cristiane più antiche come il Giudizio Universale, l’altra con la disposizione di Crowley che aggiorna alcune delle carte. Le carte marsigliesi, tra l’altro, sono state colorate da me a partire da una vecchia serie di stampe in bianco e nero.

Espandendo l’idea degli oggetti separati… Beh, ovviamente il libro è fantastico: un autentico, meraviglioso, colorato grimorio con un forte richiamo ai vecchi “annual” inglesi per ragazzi… Ma stavo sognando ad occhi aperti una versione del Bumper Book come una scatola magica piena di libri, libretti, oggetti stampati di diverso formato e design. Magari il racconto di The Soul come un piccolo libro cartonato con una copertina in stile Vittoriano e tutte le tue illustrazioni, il fumetto su Alessandro in grande formato, come un quotidiano, i Grandi Incantatori in un albo cartonato alla francese e così via… un po’ come Building Stories di Chris Ware. Che ne pensi? C’è stato un momento, magari un preliminare brainstorming in cui avete pensato ad un diverso formato per il Bumper Book?
JC: Ho fatto un commento scherzoso agli editori riguardo a una futura edizione speciale in una scatola di plexiglas iridescente con abiti cerimoniali e così via. Anche se mi piacciono le edizioni speciali e le confezioni insolite, credo di preferire il libro così com’è, soprattutto perché è stato concepito per essere letto come un’opera unica. L’evoluzione magica di Adeline si svolge mentre si legge dell’evoluzione della Magia nel corso dei secoli, e si ricevono anche suggerimenti per la propria pratica nei capitoli di Cose da fare in una giornata di pioggia. Il libro si conclude con una ricapitolazione e un riassunto dei contenuti che inoltre descrivono l’evoluzione magica degli autori. Per citare uno dei riferimenti preferiti di Alan, è come l’album Sgt. Pepper dei Beatles: si possono estrarre singole canzoni, ma le canzoni stesse funzionano molto meglio nel contesto del formato album con un inizio, una parte centrale e una fine definiti.
(continua…)