Post-it lucchese

Paolo Interdonato | post-it |

Non si va a Lucca certo per i manga. Quelli li troviamo ovunque e, molto più spesso, sono loro che trovano noi. Però la sterminata produzione nipponica continua a divertirmi un sacco. Ho capito che la segmentazione dei generi del manga ha, da un lato, le tensioni narrative. E allora con quella forma di racconto può dire di navi spaziali, megalopoli postapocalittiche, mostroni, sport, politica, congiure, vita studentesca, cucina, mafia, uncinetto, sex worker… Ma non finisce lì. Esiste anche una segmentazione dei pubblici, per età, per genere, per orientamento, addirittura per classe sociale… Negli incroci di questa tessitura, ci entra di tutto. Perfino tu e io. Quando parlo con persone che non hanno paura di dire il loro amore per il manga, mi vengono sempre citate serie di cui non so niente e di cui non parla nessuno. Poi cerco di leggerle e scopro che non sono state pensate per me, che mi tengono alla larga. E credo che la potenza narrativa del fumetto giapponese stia proprio lì: in mezzo a quella distesa infinita di carta, c’è sicuramente un manga che vuole dirti qualcosa. Sì, a te. Proprio a te.
A Lucca c’è un sacco di roba che voglio leggere. Non la prenderò lì: mi basterà infilarmi in qualsiasi libreria, fumetteria o centro commerciale.
Akane-Banashi di Yuuki Suenaga e Takamase Moue racconta di una forma peculiarissima del teatro e del monologo; poi c’è il nuovo numero di Dandadan di Yukinobu Tatsu, che è una serie sciocchina e volgare che parla di alieni e fantasmi giapponesi e che presenta alcune delle pagine più belle del fumetto di questi anni; la serie nuova di Shun Umezawa, 1 e 99, che è uscita nei mesi scorsi senza che io mi accorgessi di nulla, e il suo spin-off, Pinkie suona sempre due volte, volume unico dedicato a un tipo che risolve problemi; qualsiasi cosa di Kan Takahama che sarà presente a Lucca, presso lo stand Dynit, nei giorni del mercatone.
Infine Coconino pubblica i primi due volumi di Maiwai di Minetaro Mochizuki (il tipo di Phantom Stalker Woman, Dragon Head, Tokyo Kaido e Chiisakobe). È un manga di una ventina di anni fa che, se non ho capito male (ne ho letti un paio di volumi in spagnolo, una delle innumerevoli lingue che non conosco), parla di una campionessa di karate che vuole diventare la regina dei pirati e si lancia sulla rotta maggiore (sì, lo so, non ci ho capito niente… adesso rimedio).

Coconino pubblica Monica, il nuovo fumetto di Daniel Clowes, dopo aver tradotto il precedente. Clowes è un gigante e, fino a questo momento, non mi ha mai deluso
Non mi ha mai deluso neanche Charles Burns. In Francia è uscito, per Cornélius, il terzo volume di Dédales; Quella storia sta uscendo in italiano con il titolo Labirinti proprio per Coconino. Mica l’ho capito se portano il terzo volume a Lucca. Se c’è, dagli un’occhiata: ci sono pagine che mettono i brividi.

A Lucca, poi, c’è Howard Chaykin, portato lì da Saldapress che sta allineando libri bellissimi di quell’autore. Ha fatto Black Kiss di cui, benché sia l’edizione più bella mai esistita del fumetto più importante di quel gigante, non posso dire nulla: ho scritto la postfazione più potente che Chaykin abbia mai avuto. Se non sei scappato di fronte alle mie intemperanze egotiche, procurati gli ultimi libri di questo mostro sacro: Sono solo fumetti! e Mezzanotte dell’anima. Oltre a questi, che escono in occasione della kermesse lucchese, puoi trovare i tre volumi di Satellite Sam e United States of Histeria. Già che sei allo stand di Saldapress, siccome c’è anche Garth Ennis, guarda se riesci a farti dedicare qualcosa. Per Lucca esce Bloody Mary (con disegni di Carlos Ezquerra). Io ti consiglio i nove volumi di “Storie di guerra”: un’edizione bella come non ce n’è altre al mondo.

Tunué esce con il primo volume dei Miti del nord di Neil Gaiman e Paul Craig Russell. In basso nella copertina c’è la solita sfilza di nomi di autori importantissimi. Io spero che siano solo delle comparsate occasionali e che quel volume sia disegnato per intero da Craig Russell, che è capace di pagine incredibili.
Siccome gironzoli intorno al banchetto di Tunué, tira su, senza esitare, Dove c’è più luce di Sualzo. Appena ci riesco te ne parlo distesamente, ma sappi che è un fumetto bellissimo e che non rimanevo così tanto colpito dall’attacco di una storia dai tempi delle prime pagine di Rughe di Paco Roca.
A proposito, anche i libri di Roca sono sul banco di Tunué. E anche quelli di Shaun Tan.

Nona Arte esce con una raccolta di storie di Coccobill disegnate da Luca Salvagno. Quello è davvero un disegnatore incredibile. Da qualche mese pubblica sulla sua bacheca Facebook il lavoro di pulizia e colore che sta facendo su quelle pagine. Quanta bellezza!
È  sempre Nona Arte a volere tutto il mio denaro a rate di trenta euro l’una. Oltre al libro dedicato a Salvagni, pubblica il primo volume dell’edizione integrale delle Cronache del dopobomba di Bonvi (e nelle scheda di presentazione c’è scritto bianco e nero: evviva!) e un libro intitolato Pepito e il governatore sulla luna di Luciano Bottaro.
Sempre per Nona Arte è annunciato il secondo volume de La Bestia di Zidrou e Frank Pé. Se hai avuto abbastanza forza d’animo da aspettare fino ad adesso, è la tua occasione di godere tantissimo!

Editoriale Cosmo, nell’infilata di libri così impossibili da trovare che manco noi di QUASI siamo così bravi a nascondere le pubblicazioni cartacee, edita i primi volumi delle due serie maggiori di Paul Grist: Kane e Jack Staff. Se non li hai mai letti, cercali, scovali, guardali a lungo. Grist è un disegnatore dai limiti talmente evidenti da essere costretto a scrivere “cassaforte” su un parallelepipedo nero perché sia riconducibile all’oggetto rappresentato; eppure, in ognuna di quelle storie, ci sono così tante invenzioni narrative da farti urlare di gioia.
Pare che Cosmo pubblichi anche un volumone cartonato che raccoglie tutte (ma proprio tutte) le storie del Faust di David Quinn e Tim Vigil. Proprio ora che ero riuscito a scovare tutti e tre i volumi, appena editi proprio da Cosmo, dopo decenni di infruttuosa ricerca in ogni lingua minimamente intellegibile.

Mentre rileggo, mi accorgo che, con il consueto snobismo, ho bellamente ignorato gli autori italiani. Eppure non dovrebbe essere così: ci sono alcuni fumetti che voglio leggere.
Il primo è Sunyata di Francesco D’Isa. Le poche immagini che ho potuto vedere in rete mi mostrano una cosa lontanissima da quello che leggo con piacere: pagine colorate con stile pittorico e didascalie. Scusami, mi piacciono i fumetti e quella roba, nella quasi totalità dei casi, mi lascia accasciato in un angolo, morto di noia. Però è fatto usando Midjourney e ho veramente voglia di vedere come può usare quello strumento un tipo che lo sta studiando con attenzione, senza i pressapochismi e le paure non contestualizzate della torma di luddisti inferociti che ci si stringe intorno con occhi torvi e brandendo torce e forconi comprati su Amazon («chi ha comprato questo forcone ha comprato anche questa vergine di ferro»).
L’altro è Comfortless di Miguel Vila. Ecco, lui vorrei proprio leggerlo. Peccato che, con il suo editore, abbia deciso che non devo. Quelle distese di vignette minuscole, quando devono confrontarsi con la mia presbiopia resa sghemba da una distesa di macchie sulla retina, mi scatenano un’incazzatura che non ti dico. È evidente che siano fumetti per giovani normovedenti e non vogliano dialogare con me. Fino a quando non ne uscirà un’edizione in cinemascope, mi toccherà di ignorarli.

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