Cerebus vol. 9: “Reads” (ottobre 1993 – settembre 1994)

Omar Martini | La corsa dell’oritteropo |

Reads, terzo ciclo di Mothers & Daughters, approfondisce lo sguardo di Dave Sim verso la donna e lo mescola con una feroce satira del mondo del fumetto statunitense. Questi elementi vengono portati avanti attraverso una duplice narrazione. Da un lato, continua la storia principale dal punto in cui era stata lasciata in sospeso nel libro precedente: vediamo la discussione tra i tre oritteropi e Astoria e, in parallelo, l’immancabile delirio con cui Artemis Roach mette alla berlina diversi personaggi dei comics. Dall’altro, è presente una corposa sezione in prosa, suddivisa in due parti e introdotta da un vero e proprio colpo di scena meta-fumettistico: la situazione che sta vivendo Cerebus diventa la vignetta di una tavola a fumetti, osservata dall’autore.

Nella prima sezione del testo scritto viene raccontata l’ascesa e la caduta di Victor Reids, autore di romanzetti erotici, definiti “letture” (cioè “reads”: da osservare che questa parola e il cognome dello scrittore abbiano la stessa pronuncia), e inconsapevole della diffusione che hanno i suoi libri. Rompe il contratto con il suo editore schiavista e, a una fiera del settore, viene contattato da un’importante casa editrice che lo scrittura immediatamente: da quel momento inizia una nuova carriera, che però prenderà una direzione imprevista. Questa sezione non solo parla delle “letture”, ma riproduce anche l’impostazione grafica di quelle pubblicazioni, presentando sempre un testo scritto a sinistra e un’illustrazione a destra. Quello grafico non è l’unico elemento autoreferenziale perché il mondo di questi libri popolari non è altro che una dichiarata parodia del mondo del fumetto, in cui l’autore costruisce nomi “finti” mescolando semplicemente quelli veri (per esempio, la casa editrice che mette sotto contratto Reids si chiama “Vertigo Horse”), e utilizzando un’ironia che nel corso degli anni sarebbe diventata sempre meno raffinata.

La seconda parte esplicita e illustra le convinzioni dell’autore sull’uomo e la donna, e di come quest’ultima rovini con il suo “sentimento” e il suo “vuoto”, il maschio che rappresenta l’“intelletto” e la “luce”. È uno strano zibaldone, fondamentalmente “autobiografico” (sebbene Sim giochi molto su quello che può essere vero, verosimile oppure falso), in cui intreccia le sue teorie agli incontri (o scontri) con vari autori di fumetti, come Neil Gaiman, Alan Moore e Jeff Smith. Se già tutto questo non fosse sufficiente, aggiunge un ulteriore elemento meta-narrativo con cui infrange la divisione tra finzione del testo scritto e “realtà”, tra autore (qui chiamato Viktor Davis, richiamando per assonanza lo scrittore della sezione in prosa precedente) e lettore, tra il “presente” in cui Sim scrive e il “presente” in cui il lettore legge: lo scrittore vede, incontra e si relaziona con il proprio lettore, e viceversa. Non è più solo la distruzione della quarta parete, come fece Grant Morrison con il suo “Animal Man”, probabilmente tra i momenti meta-fumettistici più celebri realizzati dal fumetto anglofono, ma si esplicita la rappresentazione del rapporto e dell’interscambio (ovviamente simulato) tra i due estremi opposti che entrano in relazione con il fumetto: chi lo crea e chi lo legge.

Anche questa capitolo dell’arco narrativo intitolato Mothers & Daughters costituisce un importante tassello in quello che Cerebus incarna: è fortemente sperimentale e meta-narrativo (lavorando e incrociando piani diversi), è brutalmente autobiografico e “sincero” nel mettere in scena quello che è Dave Sim (nonostante si nasconda/protegga dietro una “maschera”), nell’esporre quelle che, probabilmente, erano sempre state le sue idee e rappresenta il punto di svolta con cui imbocca quella strada che l’avrebbe portato a diventare, con tutti i difetti che quest’opera può possedere, il fumetto più ingiustamente dimenticato e ignorato del mercato anglosassone.

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