Prima di conoscere la mia compagna, che in più occasioni ha lavorato con i francesi, il termine “rentrée” mi era sconosciuto. Poi la nuova parola è entrata a far parte del mio vocabolario, arricchendo la sezione “robe brutte”. Eh, sì: tocca tornare a… tutto! Se mi proietto in avanti, al di là del rientro, nell’alveo delle mie passioni, ci sono alcuni prodotti – un’altra parolaccia, perdonami – che vorrei poter guardare ed eventi ai quali vorrei partecipare. Sono sicuro che Paolo e Boris sono contenti perché sto per mettere il verbo “guardare” in relazione ai fumetti. Fumetti ma non solo. Per scrivere una di quelle simpatiche o antipatiche liste sulla scia de «I dieci film da vedere nei prossimi mesi», mi ero ripromesso di inserire un fumetto, un film, una serie TV e un appuntamento calcistico che attendo con trepidazione, ma poi mi sono reso conto che sulle serie non sono aggiornato, così ho deciso di eliminare la categoria e di rimpolpare due delle altre tre.
Comincio con il fumetto. Se tutto fila liscio, in ottobre arriverà anche qui in Italia la serie DC Comics Absolute Martian Manhunter di Deniz Camp e Javier Rodriguez. Di Camp gli esperti di supereroi parlano un gran bene, soprattutto grazie della sua gestione di Ultimates, ma sono più interessato alle tavole di Rodriguez, che ho visto all’opera in altri contesti e mi è piaciuto. Inoltre, ho dato una sbirciata alle anteprime statunitensi e mi sembra bello carico, proprio scatenato per questo suo lavoro attuale. Sto già seguendo con soddisfazione le tre testate della linea Absolute dedicate a Wonder Woman, Batman e Superman; dunque, confido di apprezzare anche quella del Marziano. Peccato solo dover sborsare altri 4 euro per uno spillatino…

Passo al cinema. L’obiettivo lontano è The Odyssey di Christopher Nolan. Ne ho avuto un assaggino, un teaser, come si suol dire, prima della proiezione in sala di Superman di James Gunn e ovviamente è stato troppo breve per potermi esprimere. Ma non è un problema, perché l’Odissea è uno dei miei cinque libri preferiti e finora Nolan, a parte Tenet, mi ha sempre convinto. Sicuramente a metà luglio 2026 andrò a vedere il film e ci arriverò preparato: ho riletto un paio di approfondimenti sulla narrazione omerica, che negli anni ho già letto per intero due volte. Entrambi i contributi sono raccolti nell’edizione Bur Rizzoli del 2008 del poema e, mentre il primo, di Maria Grazia Ciani, procede per temi, il secondo, di Elisa Avezzù, analizza il racconto canto per canto. In più ho iniziato a studiare Sulle rotte di Ulisse di Lorenzo Braccesi, libro in cui il docente universitario cerca di ricostruire la geografia reale delle prime spedizioni dei Greci verso Asia Minore, Magna Grecia e Sicilia, tenendo come punto di partenza le peregrinazioni di Odisseo.
Prima di salpare alla volta di Itaca con il figlio di Laerte, cercherò di fare un giro al cinema per vedere Memories di Katsuhiro Ōtomo. Ammetto che nel momento in cui ho trovato online l’annuncio della proiezione per soli tre giorni, dal 17 al 19 novembre, di questo film d’animazione non sapevo nulla. Non che adesso le informazioni a mia disposizione siano chissà quante, ma ho capito che si tratta della trasposizione cinematografica di tre storie brevi del mangaka, pubblicate in Italia nel volume Memorie. Questi dettagli, a dire il vero, non fanno la differenza; ad attirarmi sono il nome di Ōtomo e il coinvolgimento nella realizzazione dell’anime dello Studio 4°C, lo stesso di Tekkonkinkreet. Dato che Akira è un lungometraggio animato bellissimo e che il cartone ispirato al manga di Taiyō Matsumoto è riuscito piuttosto bene, sono tanto curioso quanto fiducioso.
In novembre, che si prospetta un mese interessante, è in programma anche il derby veneto tra Padova e Venezia. Adesso che entrambe le squadre militano in Serie B, per me e per il mio amico Federico si avvicina la possibilità di tifare insieme allo stadio. Insieme, sì, ma per due club diversi. Io cercherò di sostenere un Padova che vedo già con un piede in Serie C, mentre Federico spingerà il Venezia verso il ritorno in Serie A. I Biancoscudati, stando a quanto pubblicato da Transfermarkt, hanno una rosa di poco valore, ma non è questo a preoccuparmi, dal momento che nel calcio i numeri contano fino a un certo punto, soprattutto quando si riferiscono a stime di mercato più teoriche che pratiche. Piuttosto, i miei trascorsi di tifoso patavino mi fanno temere i facili entusiasmi di una piazza sempre pronta ai proclami, ma poco disposta a guardare in faccia la realtà. Negli inserti dei giornali locali si parla di promozione nella massima divisione, ma dal mercato, a parte Alejandro Gómez, che comunque non sarà disponibile prima di ottobre, non sono arrivati rinforzi all’altezza della categoria. Poiché manca almeno un giocatore affidabile per ogni reparto, non resta che aggrapparsi all’allenatore Andreoletti e al bomber Bortolussi, che hanno lavorato bene nel recente passato e puntano a confermarsi anche se il gioco si fa decisamente più duro.
Dall’Euganeo ad altri stadi: mi piacerebbe tantissimo tornare a Verona e a Udine per rivedere giocare dal vivo la Juventus. Durante la scorsa stagione sportiva ho avuto la fortuna di andare prima al Bentegodi e poi al Friuli (non riesco proprio a chiamarlo “Bluenergy Stadium”, così come per me la casa della Juve resta “Juventus Stadium” e non “Allianz Stadium”). La seconda trasferta è stata indimenticabile per la presenza della mia compagna, per l’atmosfera respirata in un impianto moderno, comodo e sicuro e per la vittoria di Yıldız e soci. Se viaggiare fino a Torino resta impossibile, spero che le due città più vicine, magari con l’aggiunta di Bologna, siano nuovamente alla mia portata. Non voglio pronunciarmi sul futuro dei Bianconeri, ma mi auguro che l’ennesima rivoluzione societaria porti sia stabilità sia risultati, nonostante un calciomercato estivo più calibrato che roboante. Confido nel fatto che i giovani dell’organico, forti del bagaglio esperienziale accumulato negli scorsi mesi, riescano a imporsi ad alti livelli e prego che la maledizione degli infortuni venga allontanata.

Ecco, questa è la mia breve lista. Ovviamente dovrei aggiungere i miei progetti personali, ma quella è un’altra storia. Anzi, sono altre storie!
Sognava di diventare un calciatore professionista, ma a sedici anni si è svegliato e l’incubo è cominciato. Continua ad amare il calcio tanto quanto ama leggere fumetti di tutti i tipi. Cerca di sbarcare il lunario, scrive per QUASI e Lo Spazio Bianco, parla per il podcast hipsterisminerd e per LSB Live.