Valentina sceglie: Guido Crepax tra sogno e rivoluzione borghese

Lella Parmigiani | Interni |

Velocizzo il passo verso casa. La solita noiosa pioggerellina mi picchietta in testa. Oggi non mi disturba: quasi non la sento, ho la testa piena di immagini. 
Sono appena uscita dalla Mostra “Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003” al Museo di Santa Giulia fino al 15 febbraio 2026. Il 3 ottobre, nello stesso complesso, ha aperto anche “Mondi, viaggi, storie… e poi c’è Jacovitti! Le illustrazioni dall’archivio di Editrice «La Scuola»”, fino al 15 febbraio 2026.
Un doppio appuntamento che conferma l’impegno crescente di Brescia per una nuova e più ampia vitalità culturale.
E Brescia ora, lasciamelo dire, mi piace di più: giro in bicicletta a tutte le ore, trovo un’offerta culturale ricca nel raggio di pochi chilometri e le palestre e i supermercati chiudono tardi.
Manca solo il mare.

Guido Crepax, figura intramontabile del fumetto italiano, ha saputo cogliere e rappresentare le sfumature di un’epoca di profonde trasformazioni. Nelle sue tavole, la rivoluzione è un’esplorazione intima e borghese, intrisa di erotismo e di una sofisticata cultura.

Mi sono ritagliata il tempo necessario per visitare la mostra di Crepax, non potevo perderla.
Se non sei di Brescia – continuo a consigliarlo a tutti – prenditi un po’ più di tempo e visita l’intero complesso di Santa Giulia, Patrimonio UNESCO. Rimarrai affascinato dalle domus romane e dalla stratificazione storica degli edifici, del monastero di San Salvatore che raccontano la storia millenaria della città.
Un’ala del complesso è dedicata alle esposizioni temporanee e dal 30 settembre ospita 150 opere tratte dall’archivio Crepax, gestito dai figli. Dal 16 novembre saranno loro stessi a guidare speciali visite su prenotazione.

La mostra si propone di restituire l’intero percorso artistico di Crepax, mettendo in luce come sia stato interprete e portavoce di una nuova cultura: borghese, progressista e colta. Un punto di riferimento imprescindibile nella scena italiana del secondo Novecento.

Crepax, laureato in architettura, inizia lavorando nel mondo della grafica, favorito da un ambiente familiare che gli apre a importanti committenze. Uomo di gusti raffinati, si muove con naturalezza nel suo ambiente tra design, moda e pubblicità, firmando cartelloni celebri – come quello del 19° Festival di Sanremo esposto in mostra – sigle televisive, caroselli, fino ad arrivare al cinema e al teatro.

Eccelle in ogni ambito: vince la Palma d’oro per una pubblicità Shell, disegna oltre 300 copertine di dischi per artisti internazionali come Louis Armstrong e John Lee Hooker, Charlie Parker (Renzo Arbore lo definì «il copertinista italiano») e si sperimenta con generi letterari diversissimi – dall’horror alla fantascienza, dal racconto storico a quello erotico.

Quando approda al fumetto è già un professionista affermato. E sceglie il meglio per debuttare: a 32 anni pubblica su “Linus”, la rivista simbolo dell’intellighenzia milanese, e inventa il suo capolavoro, Valentina.
Sulla genialità di Crepax è stato scritto tutto. Il suo stile è inconfondibile: le inquadrature, i primi piani, la raffinatezza dei dettagli, il montaggio delle tavole hanno fatto scuola e continuano a farla.

Questo segno grafico, elegante e sperimentale (con la scomposizione della tavola in vignette irregolari e prospettive audaci), è il riflesso della sua vasta cultura. Colpisce la stratificazione culturale che attraversa ogni vignetta: citazioni di Kandinsky e Henry Moore, echi della Bauhaus, richiami a Le Corbusier, a Kafka, a Poe, poi Truffaut, Visconti, Fellini. La sua non fu una rivoluzione politico-sociale, ma una rivoluzione culturale e borghese-progressista che esplorava i tabù e spingeva per l’emancipazione intellettuale e sessuale.
Un artista snob, complesso, affascinante.

Il percorso della mostra è ricco di documenti cartacei e audiovisivi che testimoniano le competenze meno note e aiutano a comprendere il suo cammino: l’amore per la musica ereditato dal padre, primo violoncello alla Scala, la precoce inclinazione al disegno (sono esposti quaderni dell’infanzia), l’ossessione per la precisione (ritagliava centinaia di soldatini di carta e minuscoli teatrini, esposti), la passione per il cinema (arriva a dedicare a Fellini un fumetto: Bianca 8 1/2) e tanta televisione, caroselli, sigle, sue sono quella di “Diamoci del tu” con Giorgio Gaber, e quella del varietà “Dal primo momento che ti ho visto” con Lorella Goggi e Massimo Ranieri, pure queste visibili in mostra.
Questo universo confluisce in Valentina, che ti accoglie con una gigantografia all’ingresso: la più intrigante, anticonformista e disinibita protagonista del fumetto italiano. Inquieta, sfuggente, irriducibilmente libera, come molti avremmo voluto essere. Una figura femminile atipica e rivoluzionaria, agli antipodi dei modelli tradizionali.
Valentina sceglie.

È la moglie che ne incarna alcuni tratti. È la musa del cinema muto Louise Brooks che lo ispira. È Crepax stesso. In un gioco complesso fra verità e finzione.
Nel suo mondo confluiscono moda, design, pittura, jazz e carattere. Lui stesso dichiarò:

«Devo ammettere che Valentina è abbastanza simile a me: mi sono copiato. Valentina, in fondo, è una solitaria; un po’ egoista, esibizionista senz’altro, presuntuosa. Beh, io sono presuntuoso. In parte, Valentina sono io.»

Guardale, quelle chine originali, una a una, sono sogni, desideri, a volte incubi. Parlano.

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