Il suo indirizzo, ormai, lo conoscono tutti:

Babbo Natale
Santa Claus’s Main Post Office
96930 Napapiiri (Circolo Polare artico).

All’approssimarsi della festa, ognuno di noi che facciamo QUASI ha scritto la sua letterina e l’ha infilata nella casella postale.
Per un probabile errore di affrancatura (in posta erano tutti un po’ confusi), le lettere sono tornate in redazione, Dannazione! Questo è davvero un guaio. Non c’è più tempo. Abbiamo dovuto decidere in fretta. Violando tutte le regole che ci eravamo dati fino a questo punto, abbiamo giocato sporco. Per una volta siamo assolutamente disonesti e, come tutti gli altri, usiamo questo nostro spazio per i nostri più biechi interessi.
Si trasforma nella bacheca su cui affiggere i messaggi destinati a Babbo Natale.
Nella speranza che li legga e faccia ancora in tempo a rallegrare il nostro Natale.

La lettera di Boris Battaglia

Caro Santa,

negli ultimi anni farti delle richieste, per cose da mettere sotto all’albero, è stato abbastanza inutile. Quando non ti sei sbagliato (lo so, è dura invecchiare e rincoglionire, ma quando uno non ce la fa più, quando non è più capace, sarebbe opportuno ritirarsi e starsene a guardare… tu poi, a differenza di Zalando, manco accetti i cambi e se ti dico che mi hai portato una cosa sbagliata ti offendi!) sei stato sbaragliato, sul tempo, dai corrieri espressi.
Gesù Bambino era più bravo, quando ero piccolo non ne sbagliava una. Poi sei arrivato tu, e non ne è andata dritta una, di richiesta. Bah. Però dicono che GB ormai sia nel consiglio d’amministrazione di Amazon (per questo ti battono sul tempo, non credi?)
Allora, sai cosa?
La penna Yookers ricaricabile con la punta in feltro da 1,4 mm (il cui scorrimento sulla carta, mi han detto sia paragonabile a un’esperienza erotica) me la richiedo direttamente sul sito del produttore; il paio di Dr. Martens (per sostituire quelli che avevo da 20 anni e che ormai hanno ceduto e non reggono più la pioggia) le chiedo appunto su Zalando; l’ultimo disco di Juliette Armanet (che gli amici di “Les Inrockuptibles” mi hanno assicurato essere una delle migliori uscite del 2021) me lo ascolto su Spotify; le bottiglie di Champagne di Pierre Gerbais (che vinifica pinot bianco in purezza e a me mi fa impazzire) lo prendo qua sotto dai ragazzi del “Vinello”. E allora a te che mi rimane da chiederti? Guarda facciamo così, due cose. Tu portamene anche una sola e mi fai felice.

Trova un editore, anche con mezzi coercitivi, che mi pubblichi in italiano (non necessariamente tradotti da me, ma sarebbe meglio) tutto Reiser, un po’ di Wolinski e un po’ di Brétecher. E poi, visto che mi tocca – non è vero, mi piace un sacco! – andare in giro in Vespa (e che mi rifiuto di usare quei plaid tecnologici che vanno di moda adesso per proteggersi dal freddo), portati via questo maledetto Inverno del mio scontento e regalami un perenne principio d’Estate.
Te ne sarei grato.

Tuo
BB

La lettera di Titti Demi

Caro Babbo Natale

è stato un anno incredibile questo, nonostante le circostanze pandemiche tutto mi è stato dato in abbondanza e sono infinitamente grata che QUASI mi inviti a chiederti altro.
Nel mio immaginario di bimba disadattata rimani il supereroe che viene a distruggere i nemici che si intrufolano nella notte buena, e il 24 alla tavola rotonda della matriarca si mischieranno come nella torre di Babele.
Purtroppo non avremo più mister Covid che permetterà di tenere lontano la mia parte di familia di milanesi imbruttiti ai cui pargoli dovrò cedere la mia vecchia stanzetta e impedire l’accesso a quello che è rimasto sulle librerie dopo che mi hanno già fregato qualche fumetto. Da tradizione saremo insieme nella vecchia casa a friggere pettole e mangiare chili di pasta di mandorle, argomentare qualsiasi cosa in una caciara di idiomi, di accenti e mimica per essere inclusivi anche con la parte olandese che si aggiunge sempre all’ultimo momento.
Vedo urgentissimo che questo anno tu riesca a procurare a tutti una copia di quel libro sulla comunicazione non violenta, Le parole sono finestre(oppure muri) di Marshall B. Rosenberg.
Poi, ma solo per me, fai in modo che le cose si mettano bene per il 2022 , il 26 maggio all’Alcatraz di Milano ci sono gli Einstürzende Neubauten, ho preso il biglietto ma tu sistema le congiunzioni astrali che in questo periodo non si sa mai.

Ciao,
tua Titti, bambina per sempre.

La lettera di Francesco Pelosi

Caro Babbo Natale,

quest’anno ti chiedo 3 regali + 1. Ma non preoccuparti, non sono tutti per me.

1. Camelozampa ha da poco ripubblicato L’orso di Raymond Briggs. Io me lo son già preso (in fretta e furia, che le tirature di questi tempi son quel che sono), ma se tu avessi voglia di portarlo a chiunque, non importa se grande o piccino, credo gli faresti un gran bel regalo (se non trovi quello, Rizzoli Lizard l’anno scorso ha pubblicato anche il suo Ethel & Ernest che è la storia dei suoi genitori ed è bellissimo pure lui. E c’è pure la postfazione di Paolo).

2. Al Museo Diotti di Casalmaggiore (Cremona) c’è una mostra dedicata agli albori dei comics, STRIP! La grande avventura del fumetto americano, organizzata da Giovanni Nahmias e dal Centro Fumetto “Andrea Pazienza”, con un sacco di tavole originali da Little Nemo a Krazy Kat (per dire). Il biglietto costa davvero poco, per cui più che quello ti chiederei di regalarmi un po’ di tempo per andarla a vedere, perché secondo me è davvero bella (è lì fino al 9 gennaio 2022!).

3. Il fumetto “d’autore” americano l’ho snobbato per anni. Poi, tutto in una volta, mi ci sono appassionato (prima detestavo anche l’amore che vieni amore che vai delle ossessioni letterarie, ora invece lo trovo bellissimo). Per cui, credo che tutti dovrebbero avere in casa almeno tre opere chiave: Asterios Polyp di David Mazzucchelli, Black Hole di Charles Burns e Berlin di Jason Lutes. Sono volumi grandi e costano un botto (son tutti editi da Coconino). Vedi tu se vuoi rubarne qualche copia e darla in giro.

+1. Infine, ti scrivo con il cuore in mano per vedere se almeno tu puoi fare qualcosa. Vedi, Bao Publishing che ha i diritti per La lega degli straordinari gentlemen di Alan Moore e Kevin O’Neill, è da anni che annuncia l’uscita italiana del libro conclusivo, La tempesta, senza che ancora l’opera abbia visto libreria o fumetteria. Pochi mesi fa è stata annunciata per gennaio, per poi scomparire nuovamente dalle anteprime. Ti prego babbuccio, anche se non mi arriva sotto l’albero, fa che le signore e i signori di Bao lo pubblichino prima che l’editoria italiana faccia la fine dei subprime. Grazie!
P. S. So che potrei imparare l’inglese e leggermelo, ma insomma, non star lì a farmi le pulci. 

Tuo,
Francesco

La lettera di Omar Martini

Ma tu, Babbo Natale, sei uno, nessuno o centomila?

Qual è la tua vera anima sotto quel vestito rosso, quella pancia verso cui mi sto pericolosamente avvicinando e quella barba bianca? Sei il Babbo bastardo di Bob Thornton (divertente quando è bastardo, un po’ meno nel finale), quello ridicolo di Kurt Russell (a che numero di mutui sei arrivato, Kurt, per scendere così in basso?), quello supereroistico di Grant Morrison (il giornalista che l’ha definito “sciamanico” dovrebbe essere impalato da Nandor l’Implacabile), quello degli innumerevoli cartoni animati che cercano di raccontare le tue “origini” o della spazzatura che imperversa i canali dedicati al Natale e che, da questo lato della Manica, hanno già iniziato a imperversare con la loro programmazione a rotazione fin da settembre?
Non lo voglio sapere, anche perché «A caval donato non si guarda in bocca», per cui non mi interessa realmente chi mi farà il regalo… basta che me ne faccia uno.
Non so se sono stato buono (considerato il mio livello di “grumpiness” tenderei a dire di no), non mi sembra di avere bisogno di regali particolari (sono in un periodo vagamente “calvinista”… o forse, semplicemente, ho ben presente le dimensioni dell’appartamento dove vivo e la quantità di roba che contiene di già) però, se proprio vuoi stupirmi, se proprio vuoi ristabilire la mia fiducia nelle tradizioni magiche (quelle religiose non mi hanno mai interessato, per cui non prendo nemmeno in considerazione il tuo piccolo rivale), ti allego la mia lista. Non voglio tutto, sia ben chiaro, mi basta solo una cosa, ma ti do una scelta per stupirmi. Li ho anche selezionati per categorie diverse, sempre per mantenere la varietà, per cui ecco quello che potresti portarmi:

REGALO DI NARRATIVA: Tra i libri, forse quello verso cui provo una certa curiosità è una bella antologia delle storie di fantasmi di M.R. James. Nonostante sia un classicone, la mia ignoranza me l’ha fatto scoprire solo recentemente, con la serie di adattamenti degli anni Settanta che la BBC sta ritrasmettendo il lunedì sera da Halloween in poi. Non si può conoscere tutto, ma in questo caso vorrei colmare questa mia mancanza.

REGALO A FUMETTI: In realtà, mi manca da leggere solo l’ultimo volume e ho trovato il secondo un po’ deboluccio, però avere in un unico volume tutto il Grandville di Bryan Talbot non è affatto male! Certo non siamo ai livellli di Luther Arkwright (ma chi potrebbe ripetere un esordio del genere? Nemmeno lo stesso Talbot), ma è un prodotto fatto con amore e dedizione, e questo mi ha affascinato.

REGALO IMMAGINARIO: so che, almeno ufficialmente, non si può istigare nessuno al crimine… ma non è che potresti fare un salto nella biblioteca del faro di Hicksville e prendere un libro a caso? Davvero, non farò lo schizzinoso e non mi lamenterò della scelta casuale… è che ho bisogno di farmi stupire da qualcosa di bello.

REGALO IMPOSSIBILE: sono sicuro che da qualche parte, in questo mondo o in un’altra dimensione parallela (puoi attraversare le dimensioni parallele, vero? Se lo facevano i nazisti in quell’adattamento in parte discutibile della Svastica sul sole, non vedo perché tu non potresti), esiste una scatolina con un bottone e un visore a cristalli liquidi (tipo i vecchi orologi da polso Casio) in cui si possono leggere solo due parole «sì» e «no». Tu lo punti verso un libro, un fumetto o un film e la macchinetta ti dice se vale la pena (non dico, bello o brutto: il gusto è personale, ma solo se, nonostante tutto, possa essere interessante) leggere o guardare l’oggetto in esame. Il 2021 si è caratterizzato per un numero elevato di perdite di tempo, e non vorrei che accadesse anche nel 2022.

Se hai qualche dubbio su queste richieste, ne possiamo sempre discutere davanti a un bicchiere di vin brulè.

Tuo (non per sempre) Omar

La lettera di Alessandra Falca

Caro Babbo,
Caro Babbo,
Caro Babbo.

Vorrei leggere la nuova traduzione dei Fratelli Karamazov fatta da Claudia Zonghetti per Einaudi. Ho riletto anche la sua traduzione di Anna Karenina e l’ho trovata bellissima.

Caro Babbo,
Caro Babbo,
Caro Babbo,

Vorrei tutti i dischi in vinile di Serge Gainsbourg perché tutte le volte che lo riascolto mi sembra sempre di ascoltare un pezzo nuovo, mi sembra sempre di scoprire nuove strade, e lo vorrei in vinile per ascoltarmelo girandomi tutti i lati A e i lati B.

Caro Babbo,
Caro Babbo,
Caro Babbo,

È Natale il 24.
Non riesco più a contare,
la vita va così…

Ho una folle tentazione
di fermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.

Mio fratello è all’ospedale,
sono giorni che sta male,
la madre non l’ha più.

Anche Pino è separato,
Elio al gioco si è sparato,
mi stupisco sempre più.

Io vado,
quando sono abbandonato
vado in cerca di una donna,
senza danni.
Sento,
quelle volte che non pago,
che rimane pure amore
per un’ora.

Ma il mattino mi consegna
Francescangelo drogato,
non mi conosce più…

Per vederci un poco chiaro
bevo un litro molto amaro,
sono dentro a un’osteria.

Il Natale è il 24,
Gianna ha un cuore molto strano,
la vita va così…

Ho una folle tentazione
di rifermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.

Il Natale è il 24

Tua
Falca

La lettera di Tiziana Metitieri

Caro Babbo Natale,

prima di tutto non prendere freddo nel tuo viaggio, fai delle soste e prenditi cura di te e delle renne senza le quali riusciresti a fare poca strada.
L’anno scorso inciampando per le scale ti sono scappate tante cose inaspettate che mi hanno arricchito tutti i mesi seguenti, spero ti capiti pure in questa occasione.

Quello che ti chiedo è di andare in Cina, a sbloccare le console di ragazze e ragazzi che devono inventarsi ogni trucco per poter videogiocare clandestinamente perché non sono liberi né ascoltati e non possono rivelare i loro sogni e le loro preoccupazioni.
Poi ti chiedo di andare in Libia per dare un passaggio a chi lascia tutto pur di potersi imbarcare su una zattera e venire sulla nostra terra per ricominciare a vivere. Falli arrivare in salvo, Babbino, nel tepore della tua slitta perché il mare è buio, freddo e troppo agitato in questa stagione.
Una volta atterrato a sud dello stivale, metti mano alla connessione internet ché è tutta bucata e fai in modo di allacciare tutte e tutti. Sii generoso di dispositivi digitali e senza distinguere tra chi ti aspetta e chi ha smesso di farlo nelle fatiche della vita, qualsiasi età abbia.
Rendi pesanti come un polpettone le parole nelle laringi di chi usa il sapere scientifico per avanzare i più squallidi interessi di soldi e di potere e distruggere i servizi pubblici, tra microfoni e adulazioni: li riconosci facilmente perché sono maschi bianchi attempati ma non si vestono di rosso.
E porta tanti fondi e soggetti agli studi cognitivi di navigazione e memoria spaziale ché dopo gli speciali ippocampi dei tassisti di Londra c’è bisogno di sapere di più per poter giocare d’anticipo anche in prevenzione e riabilitazione.
Babbo, tu chissà che ippocampi che hai!

Grazie per quello che potrai fare,
Tiziana

La lettera dell’onorevole Beniamino Malacarne

Stimato Dott. Claus,

Sono stato un politico inappuntabile, ho passato il mio tempo a lavorate con il favore delle tenebre (cit.) per fare un sacco di cose machiavelliche, dentro e fuori dal ring. Io il mio l’ho fatto. Le conviene fare il suo. Non la sto minacciando, sia chiaro, ma mi sento di darle un caloroso suggerimento assolutamente e pienamente nel suo migliore interesse.
Quindi, con la presente le inoltro il documento programmatico con le mie richieste per natale:

1. Un costume nuovo. Il mio comincia a risentire degli anni di lotta e presto non sarà più all’altezza di un politico della mia levatura. Veda di contattare la mia costumista, la bravissima Domiziana Roy, e ordinarne uno ancora migliore.

2. Tanta fortuna per il progetto AWS. La repubblica di San Marino ha bisogno di Wrestling. Ci stiamo lavorando ma la strada è lunga. Si dia da fare, su, che le procuro un biglietto gratis.

3. Un nuovo boom del wrestling. Facciamolo tornare di moda come ai tempi di Hulk Hogan o al limite come negli anni di Eddie Guerrero. Se i ragazzini fanno i testicoli dei genitori alla julienne per avere zainetti e pupazzetti, io lotto di più e hai visto mai che ci alzo anche due lirette. A buon rendere, in caso.

Trovo le mie richieste ragionevoli, degne come minimo di un voto di fiducia. Mi rimetto alla sua ragionevolezza, al suo buon cuore e alla necessità di rinnovare la concessione per la gestione delle attività natalizie nel quinquennio a venire.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.

Con stima
On. Malacarne Beniamino – Camera dei deputati

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